Buon Anno Regione Dolomiti
Foto sferica dal Monte Curié (link diretto per eventuale visualizzazione a schermo intero e altre opzioni)
Buon Anno Regione Dolomiti Pano 360 dal M. Curié #theta360 – Spherical Image – RICOH THETA
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Alla soddisfazione di avere un mio scatto del lago vuoto che, veicolato da “il Cadore” (che ne è ancora inconsapevole), ha fatto il giro del mondo giungendo su ogni continente, si aggiunge quella di avere il medesimo scatto sulla locandina di presentazione di un libro di un piddino.
Trattasi di ex consigliere regionale, tale Sergio Reolon (ex due volte: la prima per termine di legislatura, la seconda in quanto trombato alle ultime elezioni regionali). La locandina, che riporta come di consueto un titolo accattivante, “Se la Montagna è governata dalla Pianura”, si avvale (sempre inconsapevolmente) di un orpello grafico ornamentale rappresentato (per l’appunto) da quel mio scatto.
Da qualche parte ho poi trovato scritto:
La locandina elaborata per annunciare la presentazione dell’ultimo libro di Sergio Reolon non ha bisogno di commenti. C’è l’immagine del lago di Centro Cadore orribilmente svuotato fino a farlo apparire come una grande pozzanghera e c’è il titolo…
(che poi, dai, il lago non è stato “orribilmente svuotato”; è stato svuotato e quindi appare orribile)
Aiutare un piddino…
Son soddisfazioni!
(dopo che un piddino, Delrio, ha massacrato le Province con una legge scriteriata forzando insensatamente i dettami costituzionali – svuoti le funzioni delle Province sulla base di una modifica costituzionale che addavenì… e poi s’è visto come è andata! – aiutare un altro piddino a salvare quello stesso mondo che il primo ha fatto a pezzi è un nostro preciso dovere di carità cristiana)
(tanto più che il ronzino peones corrente, dopo la batosta referendaria, fulminato in sulla via, vede ora la Provincia con le sembianze celestiali della Madonna; analogo ravvedimento è occorso tra capo e collo alla presidenta della Provinciazza che, ostinata sostenitrice dell’abolizione delle province, sollecita ora il superamento “dell’accanita campagna di delegittimazione” contro le medesime)
(mercoledì non mancate, portate un segno concreto del vostro sostegno: visitate il piddino)
(pensate che vita grigia sarebbe la nostra, senza un piddino pronto a rallegrartela)
(anch’io, per quel poco che conta, ho sempre preso le difese dell’autonomia di Trento e Bolzano quando i “nostri” politici bellunesi non trovavano di meglio che proporre la cancellazione dei “privilegi” di quelle province, piuttosto che dare battaglia e creare alleanze per ottenere per Belluno le stesse prerogative. Ma, davvero, qui siamo di fronte a una follia istituzionale allo stato puro, che oltrepassa il noto “io so’ io e voi non siete un cazzo”. Pubblico quindi volentieri queste riflessioni di Tomaso Pettazzi riguardanti la morte di Belluno qualora questa scriteriata riforma dovesse passare)
Alcuni motivi che porteranno alla morte di Belluno se passerà, in particolare, la riforma del Senato.
1) Il Veneto avrà 7 Senatori (da 27 attuali !); la città metropolitana di Venezia di diritto uno. Gli altri sei verranno scelti nelle altre “aree vaste”. Bene che vada ne avremo uno, su due che normalmente eleggevamo. Una decurtazione del 50%! E forse ce lo spartiremo a turno con Rovigo.
2) Il Trentino Alto Adige/Südtirol ne avrà 4 di diritto già concordati (da 7 attuali). Se confrontiamo la popolazione del Veneto (4.900.000) e della vicina Regione autonoma (1.056.000), abbiamo una rappresentatività enormemente sbilanciata a loro favore.
3) Il Presidente della Repubblica potrà eleggere 5 senatori a suo insindacabile giudizio, non in base al nuovo spirito del Senato (Camera della Regioni e delle Autonomie) ma in base ad altri criteri, pur rispettabilissimi, quali eccellenza nelle arti o professioni e altri titoli nobilissimi, ma che nulla avranno a vedere col nuovo Senato.
4) Poiché da sempre (da Pertini a Cossiga, passando per Ciampi, Napolitano e Mattarella) tutti i Presidenti hanno avuto un occhio di riguardo, per non dire altro, nei confronti di Trento e Bolzano/Bozen, Belluno si troverà con un senatore, forse, contro 9, perché altro non si potrà sperare dal partito del Presidente (non vedo come altro chiamarlo). Presidente che una volta giunto al termine del suo mandato diverrà senatore a vita e quindi aumenterà la lobby a favore del Trentino Alto Adige/Südtirol. I senatori in tal caso potranno divenire più di 100.
5) Dico “contro” perché Belluno deve confrontarsi soprattutto con Tr e Bz, specie in campo turistico, non certo, ad esempio, con Rovigo o Venezia, per evidenti motivi territoriali.
6) Su 100 Senatori, quindi, Tr e Bz potranno avere dalla loro parte subito il 9% degli eletti. Inoltre, poiché da sempre Tr e Bz appoggiano il Governo e con questo hanno voto di scambio (vedasi i frequenti viaggi colà di questi ultimi mesi di esponenti del governo Renzi, per non parlare di Mattarella), è facile intuire l’appoggio che esse avranno dai partiti di governo anche nella Camera dei Deputati in campo turistico, commerciale ed industriale.
7) Inoltre tutte le grandi opere che verranno realizzate nella zona montana dolomitica vedranno verosimilmente la prevalenza di interessi di Tr e Bz, piuttosto che di quelli Bellunesi.
A scanso di equivoci, sono sempre stato a favore della loro Autonomia, aspirando alla nostra, ma quando essa diventa deleteria nei ns. confronti, la combatto aspramente.
Belluno, 20 novembre 2016
Se non ve ne siete accorti, stanno pian piano togliendoci l’uso della democrazia. Hanno iniziato con le province, dove ora siedono sindaci scelti da spartizioni operate dai partiti. Era l’ente più vicino ai cittadini, di gran lunga il più efficiente fra i vari apparati statali. Ma era troppo vicino ai cittadini, e poteva diventarlo sempre più. Via (e con esso anche le “velleità” autonomiste che proprio sul terreno provinciale potevano trovare alimento).
Adesso tocca al Senato. Il Bomba, senza alcun ritegno, ha recentemente sbandierato un’ipotetica scheda elettorale nella quale il cittadino voterebbe sia per il consigliere regionale che per il senatore, operazione smaccatamente anticostituzionale, qualora questa riforma fosse approvata. I senatori sono scelti dal consiglio regionale, punto e basta.
Ma per un autonomista bellunese la più odiosa presa in giro di questa schiforma è rappresentata dalla blindatura riservata alle regioni a statuto speciale che diventeranno uno Stato nello Stato. Che ragione c’è oggi come oggi di eleggere le modifiche statutarie dei contadinotti altoatesini e trentini – perché contadinotti erano a quel tempo, e con l’autonomia si sono affrancati – a rango costituzionale, cosicché nessuna modifica può essere imposta dallo Stato italiano se non dopo la loro espressa e vincolante approvazione?
Se l’autonomia è servita ai contadinotti altoatesini ad affrancarsi, e l’hanno fatto nel migliore dei modi, oggi quel privilegio – perché tale è – non ha più ragione d’essere. Invece la schiforma blinda vergognosamente questo privilegio.
(qui l’abbiamo sempre detto: l’autonomia del Trentino-Alto Adige è un privilegio non perché loro ce l’hanno, ma perché non ce l’hanno “gli altri”; e resterà tale fino al momento in cui loro potranno goderne a dispetto di ogni altro territorio che non può farlo; è un privilegio che andrebbe concesso a tutti i territori, in primis a quelli interamente montani com’è la provincia di Belluno, privilegio che a quel punto cadrebbe come tale: ognuno libero di crearsi il proprio futuro con le proprie risorse)
Oltre a ciò, l’accentramento operato con la schiforma getterebbe il nostro territorio nel dimenticatoio; e i soldi che vedete promessi dalla propaganda in questi giorni, sono solo briciole. Un bellunese, anche tiepidamente autonomista, ha l’obbligo di votare NO.
Vado di fretta. Difficile rifarsi una verginità, eh (lunga è la strada)! Tentativo patetico (come lo schieramento coi piddoni alle regionali). Come andare da Erdogan con l’intenzione di chiedergli di legalizzare le unioni gay. Come pretendere che il coglione di Rignano dica qualcosa di minimamente sensato. Come chiedere a Taddei di fare l’economista (anche per un solo giorno).
Bardioni, ma coerenti:
[…] Ci siamo presentati alle elezioni regionali in virtù di un accordo con Guerrini, De Menech, Bressa per ottenere l’autonomia. Candidandoci ci siamo schierati, l’abbiamo fatto per perorare la nostra causa e non siamo pentiti.
Ma tra le frattaglie c’è ancora qualcosa di buono: pare che al referendum voteranno NO:
[…] La riforma costituzionale della Boschi distrugge le autonomie: spariranno le province e saranno notevolmente ridotti i poteri alle regioni. Il Bard voterà “no” al referendum.
Quella volta fu Kennedy. Questa volta (altre circostanze, ok) è toccato ad Arno. Non c’è problema, Arno, a sentirsi sudtirolesi. Proprio non ce n’è. I soldini non risolvono tutte le difficoltà, certo, ma tra il poterne disporre liberamente (BZ) e il doverli elemosinare (BL), c’è una differenza abissale.
E’ vero: se penso alla consistenza della nostra attuale “classe digerente” mi si rizzano i peli. Ma se, oltre ai bes, venisse ristabilito il sacro diritto dei bellunesi di potersela scegliere con libere elezioni (evitando così la marmaglia dei sindakos che, quando va bene, non vede oltre due centimetri dal proprio naso), credo che potremmo giocarcela “alla pari” (non oso dire che vi faremmo vedere i sorci verdi, ché fra gente di montagna non si usa, ma ci siamo capiti…).
Sono certo che la convinzione di Kompatscher sia più che genuina: ma è comunque un lusso che noi bellunesi non ci possiamo permettere:
“Mi piacerebbe – ha concluso – che qui ognuno si sentisse sudtirolese, ovvero consapevole di poter costruire il proprio futuro, avendo gli strumenti per farlo”.
La nostra speranza si infrange in quel “avendo gli strumenti per farlo“. Noi, un esempio tra tanti, non abbiamo Vienna che ci fa da chioccia.
(ANSA) – BOLZANO, 7 LUG – “I rapporti tra Bolzano e Roma sono ottimi ed ora la nostra Autonomia è blindata”. Lo ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher. In una conversazione con i giornalisti a metà legislatura, il governatore ha ricordato il “Patto di Garanzia” stipulato di recente con Roma, in base al quale – ha detto – “lo Stato non può più mettere le mani sul nostro bilancio e in base al quale abbiamo anche la sicurezza che sarà così nel futuro”.
Kompatscher ha ricordato che il “Patto” ha ottenuto l’imprimatur di uno scambio di lettere tra Roma e Vienna che ne costituisce un ancoraggio internazionale. Il governatore altoatesino ha fatto un bilancio positivo della sua attività a due anni e mezzo dalla sua nomina, ricordando gli obiettivi raggiunti, tra i quali ha indicato in modo particolare quelli economici, con un Alto Adige – che ha detto – ha ormai superato i livelli pre-crisi. Tra i punti importanti Kompatscher ha ricordato gli interventi nei settori dell’energia, della sanità e ha indicato per il futuro “un Alto Adige autonomo e in un certo senso indipendente, cioè non dipendente da decisioni altrui grazie ad una forte autonomia”.
“Mi piacerebbe – ha concluso – che qui ognuno si sentisse sudtirolese, ovvero consapevole di poter costruire il proprio futuro, avendo gli strumenti per farlo”.