Autonomia
‘Salviamo la Provincia di Belluno’: attivazione conto corrente per raccogliere contributi per la manifestazione
dal sito del BARD:
COMITATO SALVIAMO LA PROVINCIA DI BELLUNO
(comunicato stampa di martedì 16 ottobre 2012)
Da questa mattina è stato attivato il conto corrente bancario del Comitato “Salviamo la Provincia di Belluno” per raccogliere contributi da enti, associazioni e privati al fine di raccogliere le risorse per realizzare la manifestazione a sostegno della Provincia di Belluno del 24 ottobre e tutte le iniziative collegate.
Questo l’IBAN del conto corrente che, a nome del Comitato “Salviamo la Provincia di Belluno”, è stato aperto presso la filiale UniCredit che si trova in Piazza dei Martiri a Belluno:
IT 22 V 02008 11910 000102296694
Tutti sono invitati, secondo le loro possibilità, a contribuire. Nella giornata di lunedì 15 un invito particolare è stato rivolto ai parlamentari e consiglieri regionali bellunesi proponendo loro di versare duemila euro per consentire alla macchina organizzativa di iniziare subito a funzionare a pieno regime. Al momento in cui scriviamo è arrivata la risposta del capogruppo del Pdl in Regione, Dario Bond, che così a scritto al Comitato: “Sono pronto a versare la somma richiesta e sostenervi in questa battaglia, battaglia che sento mia e che sto portando avanti anche in queste ore in Prima Commissione e in Commissione Statuto dove stiamo analizzando il nodo Province. Nelle prossime ore provvederò al bonifico secondo le istruzioni inviatemi”.
E’ comunque possibile che già nelle prossime ore, appena le coordinate del conto corrente saranno diventate note, giungano le risposte anche degli altri interpellati.
Sul fronte organizzativo è stato definito il percorso della manifestazione/fiaccolata di mercoledì 24 ottobre che partirà alle 19 dal Piazzale della Stazione di Belluno per dirigersi, attraverso Via Loreto, in Piazza dei Martiri, compiere il giro dei giardini e poi, passando per Piazza Castello, concludersi in Piazza Duomo dove il Comune di Belluno ha assicurato la sua piena collaborazione per tutto l’aspetto logistico, dal palco all’impianto audio.
Sempre sul fronte organizzativo stanno proseguendo i contatti per organizzare l’accensione dei fuochi, in contemporanea con la manifestazione, sulla cresta del Visentin e, se possibile, anche su altri monti della provincia a significare il coinvolgimento di tutto il territorio per questa causa.
Sono ormai in fase di avanzata realizzazione alcuni spot per le televisioni e per le radio che nei prossimi giorni verranno messi in onda per richiamare il senso della mobilitazione e l’importanza di partecipare alla manifestazione del 24 ottobre. Con la stessa finalità l’Ascom ha preso l’iniziativa di realizzare mille manifesti da diffondere negli esercizi affiliati su tutto il territorio e l’emittente Telebellunodolomiti ha fatto sapere che contribuirà all’iniziativa realizzando vari servizi e varie trasmissioni dedicate all’argomento e facendo apparire sullo schermo in tutti i telegiornali, fino al giorno della manifestazione, una coccarda blu che richiama l’iniziativa “fiocco blu” con la quale tutti sono invitati a indossare un nastrino blu (il colore della fascia che viene usata dal presidente della Provincia) o a metterlo sull’auto, o sulla bicicletta o dovunque possa essere visibile, in segno di partecipazione alla mobilitazione.
Belluno, falò sui monti per l’autonomia. In campo anche il vescovo per difendere la provincia
Tratto da l’Adige del 16 ottobre 2012 (scarica qui il PDF):
Dellai e Durni disumani, Tondo umano, Bond santo subito
A Verona c’era il celeste Formigoni (per Grillo semplicemente Formicoglioni), quello della scoperta dell’oro nero, poi c’era anche Mary Star, quella del gelmino il neutrino superluminale, c’era anche La Russa ma di costui non mi sono mai interessato tanto è vuoto. E c’era Bond, Dario Bond, vecchia conoscenza di questo blog dai tempi di “Ciacole e non fatti” 🙂 .
Si sono trovati a Verona per “ciacolà” della macroregione del nord, tirata fuori non per secedere dal resto d’Italia, sia mai, ma per convincere gli elettori pidiellini persi per strada che loro, i vermiciattoli del PDL, ci sono ancora.
Il tisaniere se n’è venuto fuori con un’altra delle sue cav… oops trovate, sentite qua:
Bond rilancia e loro applaudono, sostenendo che ne Dellai né Durnwalder hanno un “volto umano”, mentre ce l’ha Renzo Tondo, governatore del Friiuli. Sono “disumani” perché si trattengono nel territorio troppe tasse, il 90%, a differenza di quel 60 che a malapena riesce a non stornare a Roma al Friuli Venezia Giulia. Da qui, appunto, la proposta – materializzatasi al vertice Pdl di ieri a Verona – di una macroregione del Nord sul modello Friuli. Quando il cronista osserva a Formigoni che Dellai non la vuole, la risposta è secca: «Nessuno lo ha invitato». E – insistiamo – non inviterete in futuro né lui né Durnwalder? «Assolutamente no», risponde Formigoni.
Il nostro Ab-bond-io straripa di acume politico. Dunque, il Trentino e l’Alto Adige sarebbero “disumani” perché si trattengono il 90% delle tasse raccolte sul proprio territorio? E chi fa questi ragionamenti, secondo voi, che razza di umano è !! Il friulano Tondo, invece, sarebbe più umano perché gli è concesso di trattenere per il Friuli Venezia Giulia solo il 60%. Che caro questo Bond: perché non prova a proporre a Tondo di dargli il 90%, tanto per vedere cosa farebbe se gli fosse concesso. Dai Bond, su, a cuccia, che anche per questa volta ha già abbaiato abbastanza alla luna.
Domanda per il consigliere regionale e quindi esponente della casta regionale da 12.000 euri al mese (circa) + vitalizio alla fine di questa legislatura: qual è la percentuale di soldi che il Veneto “si trattiene”? Ce lo dica, dai!! Non si sa mai che escano delle belle sorprese (visto che c’è, perché non ci dice anche quanti soldi prende davvero il FVG?).
Vuoi vedere, comunque, che oltre ai soldi serve anche l’autonomia (perlomeno … un certo grado di autonomia)?
Ma, tornando solo un attimo alle percentuali: chi ci dice che non sia “umana” (nel caso in esame) anche una percentuale dell’80%, o una del 72% o forse del 69%. E perché non del 55% o del 43%. Eh Bond, disorientato?
Dai che se si spreme le meningi c’arriva anche da solo.
Bard: Belluno chiama Napolitano: basta cittadini di serie A e serie B
Dal sito del Bard il comunicato stampa del 7 settembre scorso:
I Bellunesi hanno bisogno di riconoscimento e di valorizzazione del proprio territorio come accade nelle province autonome di Trento e Bolzano. Per questo motivo migliaia di persone hanno firmato per chiedere un referendum di passaggio di regione e il BARD (Belluno Autonoma Regione Dolomiti) sta promuovendo azioni con la popolazione per il mantenimento della provincia di Belluno e per il riconoscimento della sua specificità già riconosciuta nello statuto della Regione del Veneto ma ancora da applicare.
I bellunesi, oggi più che mai, hanno bisogno di questa opportunità per un territorio marginale in recessione drammatica, con chiusura di molti insediamenti produttivi e spopolamento di un territorio per quasi il 40% incluso nell’ambito delle Dolomiti Patrimonio dell’Unesco. Purtroppo siamo rappresentati da politici che, invece di tutelare le comunità bellunesi, si impegnano per distruggere comunità autonome che funzionano bene. Le province autonome vicine sono un esempio di buona gestione e di federalismo il loro modello dovrebbe essere copiato non distrutto. Se il resto della nazione avesse gli avanzi di gestione a bilancio che hanno Trento e Bolzano, allora avrebbe uno spread a -100 invece che a 400. Il BARD e i bellunesi oggi più che mai rivendicano l’autonomia e propongono per Belluno un modello di amministrazione responsabile che è l’unica salvezza per i territori marginali, periferici e minoritari come la provincia di Belluno.
Gli interventi dell’onorevole Paniz, e il silenzio degli altri rappresentanti della nostra provincia in Parlamento, ci fanno capire quanto è grande lo scollamento fra i reali bisogni dei bellunesi e i loro attuali rappresentanti. I Bellunesi hanno bisogno di politici che li tutelino permettendo loro di continuare a vivere nelle valli dolomitiche. E’ tempo che i bellunesi superino le divisioni fra partiti che non comprendono la gravità della situazione economica e che dia voce ai bisogni e al protagonismo politico dei cittadini.
Al Presidente Napolitano chiediamo attenzione e sostegno, non critiche. Gli chiediamo che valuti il ricorso che gli abbiamo inviato già da un anno e che il Consiglio di Stato ha smarrito, invece di rimproverarci perché agiamo pacificamente e legittimamente a tutela dei nostri diritti sanciti dalla Costituzione Italiana della quale Egli è il sollecito custode.
É inaccettabile che Egli vada a celebrare l’autonomia del Trentino Alto Adige-Sud Tirol e poi la neghi ai bellunesi che ne hanno altrettanto diritto. Per dirla in napoletano, che il presidente conosce bene, non ci sta bene di finire “cornuti e mazziati” tanto meno se ciò avviene con il gentile (e non richiesto) aiuto di uno dei nostri astuti parlamentari.
Diego Cason (Socio Fondatore BARD) e Moreno Broccon (Presidente BARD)
per ‘Indipendenza Veneta’ Zaia sarà il primo presidente della nuova Repubblica Veneta
All’inizio di quest’anno postai l’articolo i bellunesi si stanno svegliando: il 65,4% vuole un Veneto Indipendente. Esplode la voglia di Belluno Autonoma? nel quale riportavo i risultati di un sondaggio svolto nella nostra regione dal quale risultava che il 53,3% della totalità dei veneti e ben il 65,4% dei bellunesi sarebbero convinti di votare a favore dell’indipendneza del Veneto. Lo scorso maggio Indipendenza Veneta ha presentato a Zaia una petizione popolare di 20.000 firme per indire il referendum per l’indipendenza veneta.
Sembra ora che Zaia abbia passato la patata al consiglio regionale. Ma voi li vedete in grado, i consiglieri regionali, la crema della casta regionale da 12.000 euri al mese, di farsi carico di una svolta così epocale? Li vedete in grado di fronteggiare la drammatica situazione in cui versa il Veneto e destreggiarsi fra i trattati internazionali per dar vita ad un nuovo stato indipendente? Naaaaaaa !! Zaia Sì, ma Zaia è ancora un’anatra zoppa.
La cosa certa è che per ogni giorno che passa la vacca del Veneto non viene più solo semplicemente munta dalla rapina fiscale dello stato italico predone, ma inizia ad essere letteralmente spolpata. Se non facciamo presto resteranno le ossa, e con le ossa non si crea ricchezza. Intanto vediamo se questa cosa è solo un’invenzione di Indipendenza Veneta o se invece attecchirà profondamente nella coscienza della gente veneta.
Referendum per l’Indipendenza Veneta: Zaia dice sì, la palla ora passa al consiglio regionale
Si preannuncia un autunno molto caldo della politica veneta, almeno a giudicare dai movimenti di rilevanza istituzionale che hanno interessato la regione Veneto in agosto. Come noto, una delegazione di Indipendenza Veneta guidata dal segretario Lodovico Pizzati lo scorso 22 maggio ha presentato direttamente nelle mani del governatore del Veneto una petizione popolare per indire un referendum per l’indipendenza veneta, supportata da 20.000 firme di cittadini veneti che hanno in tal modo dimostrato la propria volontà al massimo organo della regione.
Lo scorso 10 agosto il governatore Zaia ha quindi informato Indipendenza Veneta di aver concluso la prima fase di analisi della questione e di aver passato la palla direttamente al consiglio regionale per procedere negli approfondimenti necessari per indire il referendum che segnerà il passaggio fondamentale per l’indipendenza.
Il segretario di Indipendenza Veneta Lodovico Pizzati a tal proposito ha dichiarato: “Otterremo l’indipendenza a furor di popolo. La dichiarazione d’indipendenza è inevitabile. Secondo i sondaggi lo vuole la stragrande maggioranza di veneti. E’ solo questione di compiere i passaggi istituzionali richiesti dalla comunità internazionale. Sarà questo consiglio regionale a indire il referendum e sarà Luca Zaia il primo presidente pro tempore della nuova Repubblica Veneta che dovrà organizzare un’assemblea costituente subito dopo la vittoria del SI”.
Giunti a questo punto, il percorso istituzionale per l’indipendenza è chiaro e limpido: come noto, infatti, il combinato degli articoli 26 e 27 del nuovo statuto regionale (entrato in vigore il 18 aprile scorso con legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1), permette l’organizzazione di un referendum per l’indipendenza in ottemperanza con quanto previsto dall’art. 10 della costituzione che prevede che l’ordinamento giuridico italiano si conformi alle norme del diritto internazionale, tra le quali il patto di New York (legge 881 del 1977) – che stabilisce l’inalienabilità del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto – e la convenzione di Vienna del 1978, in tema di successione degli stati rispetto ai trattati, entrata in vigore nel 1996, che regola le modalità di subentro di nuovi stati indipendenti che si vengono a creare come avverrebbe, ad esempio, in virtù di un referendum per l’indipendenza veneta indetto dalla regione Veneto.
Nulla osta quindi da un punto di vista giuridico e politico affinché la regione Veneto indica senza indugio un referendum per l’indipendenza del Veneto.
Tale referendum non avrà impatto nemmeno sugli obblighi costituzionali, in quanto la disposizione degli effetti politici del referendum non avverrà per tramite del referendum stesso, ma per tramite di una dichiarazione di indipendenza che dovrà esser fatta dal consiglio regionale del Veneto, una volta preso della volontà espressa dal Popolo Veneto.
È sempre più chiaro pertanto che oggi per poter organizzare un referendum per l’indipendenza non mancano più i presupposti giuridici, ma solo la volontà politica di ottenere un mandato dai cittadini veneti, come voluto dal diritto internazionale. E la volontà politica del consiglio regionale la scopriremo ben presto, in conseguenza dell’azione del governatore del Veneto che li chiama ad assumersi le proprie responsabilità istituzionali.
Ufficio Stampa
Indipendenza Veneta