là fuori c’è uno di Forza Italia che dice che … siamo pronti a nuove forme di autonomia /2
Nel primo episodio abbiamo scoperto che là fuori c’è uno di Forza Italia che dice “che le comunità di montagna dimostrano una capacità di autogoverno che altre realtà non hanno” e che “siamo pronti a nuove forme di autonomia” e che, sempre là fuori, ci sono anche i macachi che rivolgono impertinenti domande alla comunità longaronese e castellavazzese (nello sventurato caso fossero affluite alle urne in massa e avesse vinto il no alla fusione). Questo secondo episodio avrà lo scopo di approfondire l’acutezza dell’analisi politica del forzista Piccoli.
Il forzista (esule dal PDL), oltre a quanto già visto, porta a sostegno delle proprie tesi – autogoverno e nuove forme di autonomia – anche il seguente pensiero (grassetto mio):
“Il Governo e, in particolare, il ministro Graziano Delrio dovrebbero chiedersi il perché già quattro comuni bellunesi hanno scelto di fondersi”, afferma Piccoli, riferendosi anche a Quero e Vas, “mentre in altre realtà iniziative analoghe sono fallite miseramente. Se da un lato però questo referendum è un fatto storico positivo, dall’altro ci dice che sono sempre le stesse realtà, già virtuose e con i conti perfettamente in ordine, a intraprendere questi percorsi di semplificazione e risparmio”.
Vi chiedo quindi un piccolo sforzo di immaginazione: provate a pensare al senatore che si reca da Delrio e gli dice, grosso modo, questo: “Visto che bravi siamo stati? Prima in provincia di Belluno c’erano 69 comuni, ora ce ne sono 67 perché due coppie tra loro hanno deciso di fondersi. Questo dimostra una capacità di autogoverno che altre realtà non hanno e Tu, Graziano, ci devi premiare con nuove forme di autonomia“.
Poi Delrio dà un’occhiata alle “performance” referendarie e vede che a Longarone i sì sono stati solo il 35% con una partecipazione al voto del 40% (percentuali rapportate al totale del corpo elettorale e calcolate escludendo gli iscritti all’Aire: la partecipazione “reale o legale” al voto a Longarone sappiamo essere stata del 27%) e che passa il sì per la provvidenziale mancanza del quorum.
Per Quero e Vas, nonostante venissero da ben 12 anni di unione dei servizi, l’affluenza (dati per Quero) non è andata oltre il 40,75% con una percentuale di sì del 37,5% (rispetto al totale del corpo elettorale), che sale rispettivamente a 48% e 44% se non si considerano gli iscritti all’Aire. Nonostante 12 anni di Unione Setteville!!
Scorsi rapidamente i dati descritti, il ministro Delrio, oltre alla smorfia di sano disgusto data durante il primo episodio della saga, in questa circostanza avrebbe potuto chiedere, riferito al senatore forzista cui ha concesso udienza (stiamo sempre immaginando …): “Ma ‘sto qua, da dove salta fuori ?!“.
Insomma, noi crediamo che il senatore-peones del PDL-FI dovrebbe sforzarsi di trarre la propria forza argomentativa a sostegno della richiesta dell’Autonomia, se proprio desidera sostenerla, volgendo lo sguardo ad altre e ben più pregnanti prove che la gente che popola la provincia di Belluno ha saputo dare in quest’ultimo scorcio di Storia che abbiamo alle nostre spalle. Limpide e forti prove di “sovranità popolare” che tutti i politici, ma proprio tutti, hanno semplicemente e scientemente ignorato; e quando non hanno potuto farlo, hanno tentato di minimizzarne il significato.
Se poi vuol continuare a coprirsi di ridicolo indicando le fusioni – e quelle che abbiamo appena visto in particolare – come segno di riscatto ed emancipazione di “questi territori” … faccia pure. Noi, comunque, siamo certi che i macachi sapranno ricordare per bene dove, quando e come questa terra ed i suoi abitanti hanno iniziato a chiedere a gran voce l’Autonomia (… nel prossimo episodio della saga).