autonomia: non si può raggiungere senza una identità forte ed un fiero ed orgoglioso senso di appartenenza comunitaria
Per arricchire la discussione su un tema di importanza vitale come quello dell’autonomia della nostra provincia, sono ben lieto di ospitare un intervento del Capitano delle Cernide, giuntomi via email in occasione dell’uscita degli articoli Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti e La democrazia diretta nella provincia autonoma di Bolzano. Non credo, a differenza del Capitano delle Cernide, che il treno dell’autonomia partito da Calalzo, cui fa riferimento metaforico, sia stato l’ultimo, come pare di capire dal suo intervento. Credo che vi sia ancora la possibilità di saltare sul treno dell’autonomia, probabilmente l’ultimo, questo sì. Non c’è ancora in stazione, questo treno, bisogna fare in modo che si materializzi, ecco il perché del referendum sull’autonomia. Concordo invece nel sostenere che “siamo sempre in ritardo”, ma la colpa è tutta del sistema partitico, che continua a confondere la gente bellunese con promesse che in realtà sono solo illusioni. Segnalo infine l’indirizzo di un terzo articolo, a questo precedente in termini di tempo, Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti: un primo incontro.
di “Il Capitano delle Cernide”
Premetto che non sono iscritto alla Lega, e ,se mai, le mie simpatie vanno alla “Lega di lotta” di 10-15 anni fa, più che all’attuale “Lega di governo”. Questo perché se oggi tutti i partiti di destra e di sinistra, da sempre votati al più becero e romanocentrico centralismo, sono costretti a inseguire la Lega diventando (spesso solo a parole) autonomisti e federalisti per ovvi motivi elettorali, lo si deve soltanto ed esclusivamente alla Lega, che per questo è nata e che di queste tematiche ha fatto da sempre il suo cavallo di battaglia: a mio avviso proprio per questa coerenza merita credibilità. Questi sedicenti “autonomisti” e “federalisti” dell’ultimo minuto, in epoca pre-Lega, 25 anni fa o giù di lì ma anche dopo, neanche conoscevano il significato di parole come autonomia e federalismo, anzi molto spesso erano proprio quelli che remavano contro gli interessi “locali” (gli assatanati dalla “superiore identità italica”, i professionisti della solidarietà e del “politicamente corretto”, i kompagneros salottieri e radical chic, ecc.) ! Questo per l’obiettività e la chiarezza…. Va anche detto che in questo paese gattopardesco lo sport nazziunale è parlare e (s)parlare a iosa di una cosa, perché nulla cambi (soprattutto le…careghe)!!!
Referendum: si può anche fare, per dare un segnale, ma senza farsi eccessive illusioni….Questo squinternato paese non è la Svizzera, dove la democrazia è consolidata da molti secoli, e dove il ricorso a forme di democrazia diretta è abituale, dato che il cittadino e il popolo sono di fatto e da sempre sovrani! Qui non si contano i referendum nazionali i cui risultati non sono mai stati applicati o sono stati “aggirati”(finanziamento pubblico ai partiti, abrogazione del ministero delle politiche agricole e forestali, privatizzazione della RAI, rappresentatività per i contratti del pubblico impiego,contribuzione sindacale automatica,ecc.), o i referendum che sono stati “boicottati” da tante forze politiche interessate a non farli passare. D’altro canto i referendum “locali” dei comuni “di confine” hanno visto per lo più una buona partecipazione, ma quanto a risultati e “spallate” …
Trentino Alto Adige/Sudtirolo: come noto, questa “regione” è poco più di un nome sulla carta, dato che il potere è esercitato pressoché esclusivamente dalle due provincie autonome di Trento e Bolzano. Tranne Bolzano, che ha dimostrato un certo interesse esclusivamente per i tre comuni del cosiddetto “Tirolo Storico” (Cortina, Colle S. Lucia, Livinallongo), non mi pare che sia applicabile a noi in qualche maniera l’idea-cardine del grande federalista Prof. Miglio dello stare “con chi ci piace e con chi ci vuole”….
Un dato di fatto fondamentale, a mio avviso, va tenuto presente: tutte le comunità (provinciali e regionali) che nello stato italico godono di autonomia più o meno ampia sono caratterizzate da una identità forte e da un fiero senso di orgoglio e di appartenenza comunitaria. Dunque il problema non è solo economico e politico, ma anche ed imprescindibilmente culturale e sociale.
Quasi tutte queste istituzioni hanno goduto e godono dell’appoggio di “sponsor” dotati di … un valido “peso specifico” per fare lobby. Un discorso a parte meriterebbero i metodi usati da queste comunità per conseguire l’autonomia, metodi che non sono stati sempre…ghandiani ! C’è poi il problema della “questione ladina” che divide nettamente a metà la provincia di Belluno….
La verità è che dobbiamo ancora molto lavorare e soprattutto seminare prima di raccogliere, e il tempo perso da recuperare è notevole. SPERO DI SBAGLIARMI, MA HO L’IMPRESSIONE CHE ORMAI IL TRENO DELL’AUTONOMIA SIA GIA’ PARTITO DALLA STAZIONE DI CALALZO SENZA PASSEGGERI A BORDO DATO CHE QUESTI ERANO IN RITARDO !!! SPERIAMO CHE NON SIA COSI’ !!!