CHI TROPPO VUOLE NULLA (FORSE) STRINGERA’ – Grillo: il Robespierre dei tempi moderni
di Cagliostro
Come ogni cittadino benpensante, anch’io guardo con grande amarezza e disincanto alle vicende politiche di queste ultime ore. Le consultazioni dell’on. Bersani con le varie forze politiche ristagnano e, probabilmente, già domani, potrebbe esserci la remissione del mandato al Presidente della Repubblica. La drammatica situazione sociale, civile, economico-finanziaria, politica ed istituzionale in cui il nostro derelitto paese si dibatte sembra non aver portato ad una vera presa di coscienza, da parte della classe politica, delle effettive esigenze di dare una guida credibile alla Nazione. E tutto questo potrebbe farci ripiombare, in pochissimo tempo, questione forse di ore, nel clima infuocato del Novembre 2011 (oggi lo Spred ha nuovamente raggiunto quota 350!! E le agenzie di rating hanno dichiarato che aspettano l’esito delle Consultazioni per poi pronunciarsi).
Va anche sottolineato come la situazione odierna presenti elementi ancor più negativi dell’infausta fine dell’anno 2011, cito soltanto la presenza del ‘semestre bianco’ che, al momento, non consente lo scioglimento delle Camere (evento, comunque, da esorcizzare per molteplici, intuibili motivi) ed una congiuntura economico-finanziaria aggravata da indici fondamentali in netto, ulteriore degrado tendenziale. La classe politica sta dimostrando, insomma, la assoluta mancanza di senso di responsabilità e di consapevolezza di un alto concetto delle Istituzioni e della salvaguardia dell’interesse generale, tutta presa come è da interessi elettoralistici e di cura del tornaconto della propria fazione, della propria lobby.
Si assiste, purtroppo, alla insipienza di molti uomini politici che non sanno elevarsi e prendere coscienza della drammaticità del momento che stiamo vivendo e, indifferenti ad ogni richiamo, stanno tranquillamente ballando sulla tolda di un immaginario Titanic, mentre l’iceberg si trova ormai a distanza ravvicinata. Il PDL vuole strumentalmente l’accordo con il PD, mentre quest’ultimo respinge le profferte (con motivazioni anche plausibili) e, invece, ricerca un accordo con il M5S, il quale non vuol sentir parlare di intese con l’intero sistema partitico. Rebus, quindi, all’apparenza, insolubile.
La proposta PDL viene scartata decisamente dal PD, che la ritiene un tentativo di abbraccio mortale in quanto molti degli elettori di Bersani non tollererebbero una tale intesa, ritenuta funzionale ad un preciso disegno dell’ “oleonese” (definizione del ‘Bruscoloni’ fatta dal noto giurista Franco Cordero) atto a condizionare le Istituzioni (ad es.: prossima elezione del Presidente della Repubblica), ad intralciare programmi volti alla realizzazione di politiche realmente riformiste ed imporre invece scelte conservatrici nel senso deteriore del termine (ad esempio: condoni tombali, politiche fiscali non improntate a caratteri di progressività, scelte tutte atte a favorire le classi abbienti e le oligarchie collegate alle solite lobby). Senza contare i noti, insanabili divari sulle politiche di riforma della Giustizia, del falso in bilancio, intercettazioni telefoniche e sulle varie leggi ad personam.
Esiste, insomma, una incompatibilità programmatica fra i due maggiori schieramenti, provata anche, senza andare troppo in là nel tempo, dalla esperienza del governo Monti. Se poi consideriamo la nota, comprovata mancanza di affidabilità interna ed internazionale dell’oleonese, che detiene la titolarità del partito azienda, e le scabrose vicende del ventennio testé trascorso che hanno contraddistinto la vita di Forza Italia prima e PDL poi, è chiaro che nessun accordo appare possibile e, se fosse fatto, determinerebbe una crisi forse irreversibile del PD.
Il M5S rappresenta la vera novità, non propriamente positiva in senso lato, del nuovo panorama politico del nostro paese. Anche in questo caso siamo in presenza di un padre-padrone, tra l’altro proprietario del marchio, il quale usa il previsto successo elettorale a fini di parte. Il PD ha ‘aperto’ al ‘Grilletto ’ nazionale ma quest’ultimo ha risposto con invettive davvero invereconde. A mio parere, l’uomo appare in grave imbarazzo giacché, pur prevedendo il successo, non immaginava certo le dimensioni del seguito elettorale. Forse il Grilletto pensava di poter continuare anche dalle Aule del Palazzo la politica della critica demolitrice; ora, però, il nostro si accorge che la rendita di posizione è alquanto pericolosa e che logica vorrebbe che si usasse anche una certa assunzione di responsabilità.
Questo però non è possibile data la qualità dei ‘nominati’, la loro inesperienza e, diciamolo pure, la impreparazione di molti dei ‘grillini’. Ecco il motivo per cui il comico genovese ha alzato l’asticella… Niente quindi fiducia, solo impegno per un governo del M5S, sapendo benissimo che, oltre tutto, i numeri a disposizione non lo consentono. Protestare è facile, governare lo è molto meno. Si noti che alcuni degli imberbi grillini hanno già dimostrato molta arroganza, molta insipienza e molta…dabbenaggine. Si tratta di elementi non noti neppure ai loro elettori (la scelta è stata fatta via web con poche preferenze), soggetti che non conoscono neppure che cosa sia la BCE, che affermano che Kabul si trova in Libano, che non conoscono neanche la composizione delle assemblee nelle quali risultano ‘nominati’.
Ed il padre-padrone pretende di poter guidare una tale insperata massa di parlamentari usando il web. Costui non ha proprio inteso che il momento presente è sì drammatico ma anche foriero di vere opportunità di cambiamento. E gli 8 punti bersaniani sono lì a dimostrarlo. Cogliere l’occasione storica di vero riformismo non sembra, purtroppo, nelle capacità del Grilletto e del suo dioscuro emiliano (tale Casaleggio). Essi sono convinti che sfasciare il sistema possa condurre all’occasione di una definitiva spallata ai partiti, senza valutare appieno che la democrazia è fondata sui partiti. Churchill diceva che “la democrazia è un sistema con tanti difetti ma non si conosce altro modo per realizzare la medesima democrazia”.
Quello che è ormai facilmente prevedibile è che il comico genovese, mancando l’appuntamento storico, consentirà al sistema di riprodurre e far rinascere, prossimamente, il tanto vituperato ‘Bruscoloni’ e di veder, magari, ridimensionato elettoralmente il ruolo del suo stellato movimento.
Al di là di sempre possibili ripensamenti dell’ultima ora, demandati ad italiche capacità inventive di variegata provenienza (è dura tornarsene a casa, dopo pochi mesi rinunciando a lauti stipendi e privilegi!), se elezioni si dovessero tenere fra qualche settimana, magari con il solito Porcellum, il rischio di involuzione politica e di crack economico-finanziario sarebbe nell’ordine delle cose e non è detto che le cose possano cambiare in modo eclatante. Ed allora che cosa si dovrà fare? Se invece le cose dovessero cambiare anche di poco, quasi certamente sarà prevedibile il già citato ridimensionamento grillino, ed una prevalenza possibile della coalizione di cdx. Torneranno insomma, per merito del dittatorello genovese, novello Robespierre, ringalluzziti più che mai, sia l’Innominato che i suoi soliti sodali (le varie amazzoni, i Cicchitto, i Gasparri, i Capezzone, i Verdini, i Brunetta, i Bondi, i Formigoni, i Lupi ect, ect.).
Don Gallo, qualche giorno fa, ha lanciato un appello a Grillo: “Non fare il Padre Eterno”. Io ritengo che il comico urlante non conosca proprio il proverbio: “Chi troppo vuole, nulla stringe”. Chiudo con una disarmante e deprimente considerazione: sugli scranni del Parlamento, un tempo, sedevano: Croce, Paratore, Mortati, La Pira, De Gasperi, De Nicola, Pertini, Moro, Fanfani. Oggi, sugli stessi scranni, siedono la sig.ra Lombardi ed un certo Crimi, più altri circa 160 soggetti manovrati da un comico; in aggiunta a ciò, ritroviamo, seppur ridotta, la solita saga dei sodali dell’Innominato…
Non c’è che dire: siamo proprio ben messi!!! Ma non è detto che i nostri rappresentanti siano tutti uguali, come Grillo afferma ai quattro venti. Per me Bersani, ad esempio, non è minimamente comparabile all’Innominato.