Caserma di Soracrepa: puntata n. 472
Quest’anno me lo sono perso. Non ne sono risentito, anzi, per la mia salute psico-somatica è stato meglio così.
Mi riferisco allo spettacolo fornito annualmente da De Rossi, il vero padre padrone della Caserma di Soracrepa, l’incontestato Imperatore che tutto può, come Nerone. Sì, perchè ogni anno lui mette in atto la sua monticazione; passa qualche giornata a Pian dei Buoi attorniato da chi gli pare. E va a funghi, prende il sole, discute, disserta e alla fine se ne torna, donde era venuto. Ma prima di iniziare la discesa si volta indietro e promette solennemente che sarà così per tutti gli anni a venire.
E finora così è stato. Lui non viene a funghi, lui non viene a riposarsi. Lui viene a marcare il territorio, a dire a tutti “qui il padrone sono io“. E lo fa perché ritiene di aver avuto, da questo nostro paese, gravi torti. A giudicare da come si comporta la legge italiana nei suoi confronti, non è facile dargli torto. Se può ancora fare, sembra più che legittimamente, quello che fa, ossia ostentare la sua facoltà di “occupare un suo territorio, un territorio che gli appartiene”, non deve avere proprio tutti i torti, o forse è meglio dire che qualche ragione (non parliamo di ragioni morali ma legali) deve pur averla.
Fatto sta che anche quest’anno De Rossi è tornato a marcare il territorio. Ha alzato la gamba ed ha detto a tutti: “qui-comando-ancora-io“. Mi hanno raccontato che anche quest’anno l’autorità (credo la polizia locale) deve aver scritto un bel verbalino. Tempo addietro ero presente quando i carabinieri ne hanno fatto uno loro, di verbale. Successo qualcosa? No, proprio un bel niente.
Allora diciamolo apertamente. Noi, caro De Rossi, ti “siamo avversi” ma, in fondo, allo stesso tempo, nascostamente, ti ammiriamo profondamente. Non è da tutti tenere in scacco, per così tanto tempo, un intero paese, con tutto lo stuolo di sindaci, assessori ed avvocati che si sono fin qui succeduti. E tutto con il benestare dello Stato italiano che, attraverso i suoi giudici, ti ha lasciato “carta bianca”.
Chissà quante risate ti sei fatto sapendo che abbiamo speso 250.000 €, per entrare in possesso di un bene che ancora non possiamo utilizzare. Io sono tra quelli che sulla vicenda ha ragionato così: con la testa, la ragione, il calcolo meramente economico, solo uno sconsiderato avrebbe speso quella cifra (dopo tutto quello che è successo poi …). Col cuore, con il sentimento, spegnendo tutta la ragione, perché ne basterebbe un niente per dire NO, col cuore anch’io ho detto SI. Perché, in fondo, la Caserma può essere determinante nello sviluppo (lo vogliamo?) di Pian dei Buoi.
Se torniamo indietro di 20 anni, le cose che l’amministrazione da una parte e De Rossi dall’altra si ripromettevano di fare erano, in fondo, coraggiose e lungimiranti (un ideale concorso di forze tra pubblico e privato). Più di qualcosa, evidentemente, è andato storto. Ragionevolmente, prima o poi, entreremo in possesso di questo bene che, non va dimenticato, abbiamo comprato con i “nostri soldi“.
Caro De Rossi, allo stato attuale, che dire? Senza grande entusiasmo: «Arrivederci al prossimo anno».
Dal Sindaco invece mi aspetterei due parole, pubbliche, chiare, per quanto possibile, sullo stato della vicenda. Così, tanto per aggiornarci e farci sentire un po’ meno fantocci.