Caserma di Soracrepa: a 100 anni dal progetto il degrado e l’incuria danno l’idea di una stalla di stampo sovietico (bis)
Siamo in una stalla, no? E il bue e l’asinello? L’uno rumina, l’altro raglia.
Il 23 marzo 2012 scrissi l’articolo Caserma di Soracrepa: a 100 anni dal progetto il degrado e l’incuria danno l’idea di una stalla di stampo sovietico. Lo scrissi partendo dalle preoccupate osservazioni avanzate in un articolo su il Cadore da Giovanni De Donà e Walter Musizza che così sintetizzai:
Dopo quasi un secolo di onorato servizio a disposizione della strategia militare, meritava di avere finalmente un destino di pace, al servizio del miglior turismo all’ombra delle Marmarole, ma così non è stato. Ineffabile sorte davvero quella dell’ex caserma “Montiglio” di Sora Crepa sul Pian dei Buoi, in quel di Lozzo di Cadore, che alla fine del secolo scorso pareva avviata a diventare un rilevante punto di riferimento per un intelligente ed articolata fruizione dell’intero altopiano e che oggi continua invece a restare desolatamente chiusa, con preoccupanti avvisaglie di un grave degrado della struttura. […]
Feci poi riferimento alla fanfaronata delle fanfaronate, ossia il giubilo e l’esultanza del sindaco di Lozzo di Cadore espresse nel bolcom del novembre 2010 detto, per l’appunto, “il casermino“. Rileggiamo alcune righe del poema cavalleresco:
Una ventata di soddisfazione ha permeato la comunità di Lozzo di Cadore a metà ottobre. Ad alimentarla e a mantenerla piacevolmente effervescente fino a che tutti non l’avessero assaporata è stata la notizia scesa da Pian dei Buoi riguardante il Casermone Soracrepa. Una notizia attesa da tempo: il Casermone torna a disposizione del legittimo proprietario e cioè il Comune di Lozzo. Il primo ad esultare è stato il sindaco Mario Manfreda che, costretto a letto per una brutta frattura, non ha potuto essere presente a Pian dei Buoi nel momento in cui l’ufficiale giudiziario “liberava” l’immobile disponendo l’estromissione degli inquilini abusivi. A fare le veci del sindaco c’era però il suo vice Apollonio Piazza in collegamento telefonico con Manfreda. […]
“Abbiamo tenuto duro, con tenacia e i fatti ci hanno dato ragione abbiamo vinto noi. Il Casermone appartiene a Lozzo e nessuno glielo toccherà mai più“
Si tratta di un sogno che l’Amministrazione comunale condivide con l’intera comunità di Lozzo che, da sempre, considera Pian dei Buoi una autentica opportunità turistica.
Chiudevo sommessamente ricordando che per tutto il 2011 il sindaco se n’era strafottuto della manutenzione della caserma:
Da allora il sindaco, come da me ben dimostrato con dovizia di particolari (uno – due – tre – quattro – cinque), pur avendo dato fiato alle dichiarazione appena riportate, per tutto il 2011 se ne è strafottuto della manutenzione della caserma che, non fosse per altro, sarebbe almeno dovuta come atto di rispetto verso chi giunge a Pian dei Buoi (compresi i componenti della … comunità di Lozzo, naturalmente).
Aggiungo, oggi, che lo strafottimento si è dilatato nel tempo – inalterato nella sua biasimevole imperizia – giungendo ai nostri giorni.
(ma di questo avremo modo di parlare nelle prossime puntate della saga “Sopra la Crepa la caserma crepa”)