Cadore Val Gardena e lo spot di Natale della Tim
Oggetto: spot Tim girato recentemente a Pieve di Cadore.
Supponiamo che un ipotetico Consorzio Turistico del Cadore voglia produrre uno spot che promuova la nostra terra. Supponiamo anche che vi sia il bisogno di fare delle riprese di una stalla stile “antico”. Siccome in Cadore non ve ne sono più (di nessuno stile, se è per quello), sorge la necessità di fare le riprese, quelle della stalla, in Val Gardena, perché lì invece ve ne sono ancora.
Secondo voi, il produttore dello spot ha l’obbligo di chiarire che la stalla è gardenese?
Se il comune di Pieve non ha firmato un contratto in cui si prevedeva la citazione specifica della parola “Cadore”, perché scaldarsi tanto? Questa volta non siamo di fronte al classico sbaglio di localizzare un paese cadorino attribuendone l’appartenenza all’Alto Adige o al Trentino.
Ma però gli animi si scaldano e il Corriere del Veneto titola “Spot Tim, rivolta in Cadore. Non è Val Gardena, si cambi“. I titoli, si sa, sono sempre un po’ sensazionalistici. Ma intervengono anche gli amministratori: riprendo un passo dell’articolo del Corriere del Veneto.it (il grassetto è mio):
E’ infatti l’attore Christian De Sica, che si lascia sfuggire la frase che costituisce il casus belli: «Mi chiamavano lo slittino umano della Val Gardena». Solo che lo spot è stato realizzato a Pieve di Cadore, e lo spettacolare arco montano sullo sfondo è quello delle Dolomiti venete. Apriti cielo! Sindaco e opposizione si ritrovano uniti nella protesta: inizia il consigliere comunale Osvaldo De Lorenzo, che chiede formalmente al primo cittadino di attivarsi presso la produzione perché l’audio sia modificato. E tocca al sindaco, Maria Antonia Ciotti, che conferma: «Così lo spot non va bene: chiamerò la società che lo ha realizzato. Devono utilizzare il termine ‘Cadore’»
Ripeto: se non era prevista contrattualmente la citazione della parola “Cadore” (non lo è di sicuro), per quale motivo si alza solo ora questo “grido di dolore”? Lo spot è in fondo un atto creativo. I testi sono un elemento flessibile. Bisognava pensarci prima. Adesso è, a mio avviso, troppo tardi. Meglio tacere, perché facciamo anche la figura dei bambinoni a cui hanno portato via le caramelle, e che per questo altro non sanno fare che piagnucolare. Il nonno diceva che “i polis dele porte che serve, se li tien senpre ondude”.
Troppo tardi quindi. Però, se ci tiene allo sviluppo della comunicazione del prodotto turistico cadorino, il sindaco di Pieve potrebbe prima riattivare e poi migliorare il sito internet del proprio comune, www.pievedicadore.org, che ha appena congelato in favore dell’orrendo (per il turista che lo visita) sito istituzionale. Per chi volesse approfondire: Pieve di Cadore ha un nuovo (orrendo) sito internet.
Foto: Corriere del Veneto.it