Bressa, il ddl Delrio e ‘facce ride’ (bis)
Del delirio bressiano c’eravamo già interessati in Bressa, il ddl Delrio e ‘facce ride’ riportando una nota del BARD in risposta al blaterare del neo sottosegretario agli Affari regionali. Ma il facce ride che anima l’ex sindaco di Belluno, che raggiunge l’apoteosi nel momento in cui afferma tanto che la provincia “avrà più poteri e funzioni” quanto che “quando c’è la specificità l’elezione diretta è secondaria“, ha altri aspetti che vanno evidenziati. Traggo dalle puzzolenti note (grassetto mio):
Ne è fermamente convinto: con la riforma firmata Delrio Belluno finalmente potrà sedere ai tavoli che contano. Ad esempio quelli del fondo Brancher, o ancora i proventi delle concessioni idroelettriche …
Ci vuole un coraggio da leoni, o la stupidità di una gallina, o la faccia tosta di uno scimpanzé, per affermare che quello del fondo Brancher sarebbe un tavolo che conta.
Il tavolo delle briciole, certamente utili ad ogni comune confinante per allungare i tempi della propria sopravvivenza, ma niente più di briciole. Briciole che, oltretutto, sarebbe giusto fossero spartite dai comuni che hanno avuto la fierezza di proporre e vincere i referendum: perché, deve essere chiaro oltre ogni ragionevole dubbio, se non ci fossero stati quei comuni e quei referendum a “scuotere il palazzo”, col cavolo che i fondi Brancher avrebbero mai visto la luce.
‘Sto qua ci indica le briciole e ci dice che quello è un tavolo che conta? Che vada a cafonare con Renzi da qualche altra parte.