Bim-Gsp e i 50 milioni di debiti con le banche. Italia dei Valori: il fallimento di GSP divenga effettivo
Nell’intento di far sapere come viene visto il “Buco dell’Acqua” da 50 milioni di euri dai vari punti di vista …
Sembra che il consiglio d’amministrazione di GSP non intenda dimettersi, mentre tenta di imbrogliare la popolazione affermando che “non c’è buco, perché i debiti sono crediti“. Sono debiti o sono crediti? Siccome le concessioni sono pubbliche, cioè gli acquedotti non sono di proprietà di GSP, allora la società apra istanza di fallimento e depositi i bilanci in tribunale.
L’Italia dei Valori è stato il primo partito a denunciare lo stato dei conti di GSP e a sollevare il problema dell’attuale assetto societario. Il pasticcio è dovuto al fatto che chi doveva controllare i controllati non ha controllato un bel nulla, perché controllori e controllati sono sempre gli stessi. Controllori e controllati che fanno anche da soci e da gestori, in un conflitto d’interessi gigantesco.
La ricetta dei controllori e dei controllati? Aumentare le bollette. Ma per nessun motivo a pagare i loro sbagli devono essere gli utenti con aumenti tariffari. GSP ha già fatto pagare un prezzo più elevato per l’acqua, rispetto a prima. Nonostante questo e nonostante l’errore di stima dei consumi, i controllori e i controllati hanno investito lo stesso, in linea con le previsioni errate, come niente fosse. Come effetto i debiti sono aumentati.
Nel mezzo, importanti appuntamenti elettorali nei quali era meglio, per certa politica, che non venissero alla ribalta i fatti.
E adesso eccoci qui a commentare il brillante risultato della governance. Chi ha responsabilità ne prenda atto invece di rimpallare colpe che, comunque, rimangono sempre nello stesso circuito, o farsi aiutare dal soccorso azzurro del Popolo Della Libertà, che quando si tratta di difendere l’immoralità nella politica si trova sempre in pole position.
(IDV – Belluno)