BIM-Gsp: attendiamo le dimissioni?
Come vi ho già detto altre volte, benedetti questi RSS che ti permettono di tenerti informato impiegando solo il tempo per leggere le notizie e non più per cercarle. Infatti ieri è giunta un’ANSA che parlava proprio di un problema nel polesano riconducibile alla gestione dell’acqua. Ma guarda che coincidenza, mi son detto. Ma ecco questa mattina un approfondimento su Bellunopress (il grassetto è mio) che riprendo volentieri …
La gestione dell’acqua fa acqua, Bim Gsp 51 milioni di esposizione con le banche. Il presidente Roccon si auto assolve e scarica la responsabilità sui sindaci. Inquietante analogia con i fatti di Polesine acque spa di Rovigo
Sui quotidiani di oggi, il presidente del Bim Gestione Servizi Pubblici spa, la società pubblica (dei 67 Comuni bellunesi esclusi Arsié e Lamon) che dal 2004 gestisce il servizio idrico integrato (acquedotto – fognatura e depurazione) e la distribuzione del gas metano (allacciamenti) ha raccontato la sua verità. Franco Roccon ha sostenuto, innanzitutto, che i 51 milioni di esposizione con le banche non sono un buco, perché i prestiti sono stati concessi a fronte di investimenti realizzati dall’azienda.
Il debito è stato causato dall’errata sovrastima dei consumi d’acqua, 22 milioni di metri cubi anziché i 15 realmente prelevati dalle utenze dei 67 comuni convenzionati. Di conseguenza, le entrate previste sono state assai inferiori di quelle preventivate. Bim Gsp lo rileva già nel 2004 e chiede la revisione delle tariffe all’Ato Ambito Territoriale Ottimale “Alto Veneto”, la cui assemblea è costituita dagli stessi 66 sindaci della società partecipata Bim Gsp.
Ma i sindaci, probabilmente attenti a non adottare provvedimenti impopolari che potrebbero far loro perdere il consenso dei cittadini, dicono no. Così le tariffe non si toccano e il deficit aumenta. Bim Gsp deve però rispettare il piano di interventi ed è costretto ad accendere mutui con le banche per finanziare i lavori.
Qui ci fermiamo, perché c’è una inquietante analogia con fatti che stanno accadendo in provincia di Rovigo segnalatici da un nostro attento lettore (notizia Ansa di ieri). Polesine acque spa, la società omologa di Bim Gsp, ha un dissesto economico di 8 milioni per i quali sono indagate 200 persone tra sindaci e amministratori. Ebbene, secondo il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, i sindaci attraverso delibere che negavano l’aumento delle tariffe, sarebbero andati contro l’interesse della società pubblica, determinando una parte del danno erariale contestato.
Per ritornare alla questione di casa nostra, c’è da dire che Bim Gsp e Ato, ossia controllore e controllato, sono costituite sempre dalle stesse persone (i sindaci dei 67 comuni della Provincia). E il teorema difensivo del presidente Roccon, tutti responsabili nessun responsabile, in una società che come dicevamo vende un bene indispensabile in regime di monopolio, non regge. Attendiamo le dimissioni.
Attendiamo le dimissioni? Tutti fuori dai c….? Naaaaaa! Sono uomini che in testa hanno un solo credo: valorizzare il territorio. Cosa si fa quindi? Come ha ben rilevato Viva la Puglia in questo commento, solo la magistratura (o un fallimento societario conclamato) potrebbe toglierceli di torno …
[…] Non vedi come Roccon fa impudentemente lo scarica-barile? L’unica soluzione per liberarci di questa feccia politica è l’intervento della Magistratura e l’esautoramento di lorsignori per via giudiziaria, altrimenti ce li teniamo fino a ché non avremo più… acqua che sgorga dai nostri rubinetti. Oppure tale acqua ci costerà più di quanto costa la benzina attualmente.[…]