Bim-Gsp & Ato: ecco perché devono andarsene tutti a casa
Visto dall’uomo comune, dal cittadino che non ha tempo per verificare tutti i cavilli procedurali per i quali Tizio non ha colpa, ma neanche Caio, se andiamo ben a vedere, e vuoi mettere Sempronio che non ne sapeva niente … tutte persone stimate, dabbene, che hanno sempre lavorato per valorizzare il territorio … evvvai con la fuffa … visto dall’uomo comune, dicevo, questo mondo “della gestione dell’acqua” che ci è apparso in questo squarcio di nebbia (che si richiuderà presto, non dubitate), non può che portare con naturalezza a pensare e volere le cose che ho trovato espresse in questo articolo tratto da Bellunopress e che propongo qui alla nostra attenzione.
Se vuoi avere l’acqua potabile in casa, il contratto lo devi fare con Gsp (Gestione servizi pubblici). E’ Gsp a fornire l’acqua potabile a migliaia di bellunesi. E dell’acqua in casa non si può fare a meno. Siamo in presenza, dunque, di un servizio di fornitura di un bene primario in regime di monopolio. Come se a vendere il pane ci fosse un unico grande panificio, o se a vendere automobili una sola grande società che non si deve preoccupare della concorrenza perché da lei devono venire.
Una concessione esclusiva per un prodotto indispensabile. Una situazione talmente favorevole e in assenza di concorrenza che non ha eguali nel mercato delle merci. Eppure la coppia Bim-Gsp e Ato, che sono sempre gli stessi, perché nei consigli d’amministrazione e nell’assemblea dei soci vi sono i sindaci dei comuni della provincia di Belluno, sono riusciti ad accumulare passività per una cinquantina di milioni. Ma che razza di manager sono, se non riescono nemmeno a tenere in piedi una società che lavora in regime di monopolio? La colpa è dell’Ato dice Roccon, presidente Bim-Gsp perché ha sovrastimato i consumi d’acqua (23 milioni di metri cubi, anziché i 14 milioni realmente consumati).
E dov’era Roccon e il consiglio d’amministrazione di Gsp mentre passavano quelle stime abnormi? Un errore del 40%. Come se la Fiat producesse il 40% di auto in più e poi rimanessero lì invendute. Risibile anche il fatto che Gsp abbia chiuso l’esercizio 2010 con un milione di attivo. Perché per ripianare il deficit ci vorrebbero comunque 50 anni, e sul lungo termine siamo tutti morti, come disse l’illustre economista britannico John Maynard Keynes.
Devono andarsene tutti, per manifesta incapacità, perché non si può far pagare ai cittadini con l’aumento della bolletta dell’acqua i gravi errori commessi. Negli tanto invocati stati Uniti d’America una situazione simile avrebbe scatenato la class action dei consumatori che avrebbe immediatamente travolto i consigli d’amministrazione degli enti che hanno fallito.
Tutto collegato, naturalmente, all’articolo di due giorni fa: Il buco nell’acqua del Bim Gsp. Non era mai riuscito a nessuno.