Belluno vs Rovigo: no, non dipende dai laureati
Che uno dice: vuoi mai che in provincia di Belluno il SARS-CoV-2 si accanisca di più perché i di lei abitanti sono più villici degli altri? Non che l’essersi laureato porti chissà quale vantaggio, ma la cosa potrebbe spiegare quel rapporto di positivi che per Rovigo, nei confronti di Belluno, era di ben 1:3 nella prima ondata (calcolata dall’inizio della pandemia alla fine di maggio), 1:2,5 dall’inizio alla metà di settembre, 1:2,2 dall’inizio al 9 gennaio dell’anno corrente. Si sa mai!
No, l’arcana faccenda non dovrebbe dipendere dal numero di laureati. Oddio, se si esclude l’anomalia della provincia di Bolzano, Belluno è la seconda peggiore (463 per 100k), preceduta da Gorizia (407 per 100k); Padova è la migliore del Triveneto (584 per 100k). Ma dai, considerando che la media è di 476 per 100mila abitanti, siamo lì: sì e no, perché Padova ha uno scarto in più del 26% rispetto a BL; ma tra BL e RO, che con 495 laureati per 100k è a metà classifica triveneta, lo scarto è “solo” del 7%.
Comunque no, non è nella differenza di laureati che si trova la risposta alla spiccata preferenza per i bellunesi dimostrata dal virus.
Per inciso: certo, Bolzano fa impressione là sotto, ma questi sono dati del Miur e loro, si sa, vanno a laurearsi anche oltr’alpe (però i dati complessivi non li ho cercati). Non credo che anche andando a Innsbruck possano colmare del tutto il divario che appare dai dati, ma va detto che dopo il tamponamento di massa i contagi sono calati a vista d’occhio e dal 9 dicembre Bolzano è addirittura più virtuosa dei già baciapile rodigini (tutti casa, chiesa e letto).
Mah. L’affare si ingrossa…