Belluno addio? La lunga notte (‘psichedelica’) di Palazzo Piloni
Non è facile, in momenti come questi, tenere la rotta. Ma c’è sempre qualcuno che scarrucola più degli altri. Su Bellunopress, Roberto De Nart, dopo aver descritto ciò che potrebbe capitare alla Provincia di Belluno nel caso di accorpamento con quella di Treviso, si lascia andare producendo una prosa quantomeno psichedelica, che tuttavia ha una qualche ragione d’essere, se non altro per il senso di profondo smarrimento che incute al lettore:
[…] Non sappiamo se questa rimarrà una delle tante boutade a cui il maleodorante governo Berlusconi oramai ci ha abituato. Certo è, che se dovesse andare veramente in porto dovremmo prepararci ad assistere a un repentino cambio di cartelli e targhe. All’ingresso di Palazzo Piloni, sede della Provincia di Belluno, ad esempio, potremmo vedere prossimamente “Provincia di Treviso, Dipartimento di Belluno”. Tutto come prima, insomma, tranne il consiglio provinciale la giunta e il suo presidente che non ci sarebbero più. Un’eventualità, che per l’uomo che cammina per la strada, non sarebbe percepita sicuramente come una grave sciagura.
Ovviamente il piccolo esercito di politici locali non se ne starà con le mani in mano ad attendere la propria morte. Ipotizzeranno scenari funesti per Belluno in conseguenza della “manovra tagliateste”. Scenderanno in campo i professionisti della montagna, gli autonomisti, i referendari. Tutti a proporre la loro ricetta. Maggioranza ed opposizione a braccetto, invocando i diritti dei popoli, l’autodeterminazione, la legge naturale, soprannaturale, la Costituzione, Dio, Patria e famiglia. Vedremo insomma il luccichio di lance, spade e forconi. Politica, antipolitica, profeti e falsi profeti in campo. Con Treviso, mai! Tutti con Trento. No, tutti con Bolzano. Peggio di così, ditemi voi…
A De Nart suggerisco qualche ora di sonno e, nel contempo, gli farei notare che nel guazzabuglio di attori della farsa da lui immaginata (professionisti della politica, autonomisti, referendari) si è dimenticato delle minoranze linguistiche delle quali mi onoro di far parte. Quali? I ladini bellunesi, naturalmente.
p.s. nella sostanza, se ho ben percepito il “tra le righe”, sono d’accordo con De Nart. Il consiglio di qualche ora di sonno in più è per la sua salute, non per la prosa. Qualche luccichio ci sarà, ma non saranno forconi, saranno specchietti …