avvistato un gatto (senza stivali e senza volpe) presso la caserma di Soracrepa
In stretta relazione alla Caserma di Soracrepa si ricorderanno le gesta – più o meno eroiche – della coppia detta il gatto e la volpe. Il riferimento iniziale alla “coppia” è da ritenersi dovuto alla sinergia con cui l’uno apriva lo scrigno della caserma, finalmente “liberata”, mentre l’altro – impossibilitato – vi “assisteva” in collegamento telefonico.
Strepitosa l’immagine del solenne momento – più o meno come la discesa del primo uomo sulla luna – per il quale si è reso necessario il collegamento telefonico. Mi par di sentire le voci oltremodo concitate: «ci sono Mario, ci sono quasi, ancora un po’, ancora un po’, sto giungendo, siiiii ….». Anche se, dalle immaginifiche cronache del tempo, “il primo ad esultare … è stato il sindaco Mario Manfreda“. Furono soddisfazioni talmente acute da non poter non essere gioiosamente condivise con tutta la comunità. Ed è questo che hanno poi fatto nel bolcom “Il casermino“, novembre 2010:
Una ventata di soddisfazione ha permeato la comunità di Lozzo di Cadore a metà ottobre. Ad alimentarla e a mantenerla piacevolmente effervescente fino a che tutti non l’avessero assaporata è stata la notizia scesa da Pian dei Buoi riguardante il Casermone Soracrepa. Una notizia attesa da tempo: il Casermone torna a disposizione del legittimo proprietario e cioè il Comune di Lozzo. Il primo ad esultare è stato il sindaco Mario Manfreda che, costretto a letto per una brutta frattura, non ha potuto essere presente a Pian dei Buoi nel momento in cui l’ufficiale giudiziario “liberava” l’immobile disponendo l’estromissione degli inquilini abusivi. A fare le veci del sindaco c’era però il suo vice Apollonio Piazza in collegamento telefonico con Manfreda. […]
Mi corre l’obbligo di ricordare che, ad un anno di distanza dalla “Gerusalemme liberata”, anch’io fui colto da una “una ventata di soddisfazione piacevolmente effervescente” nel vedere che la caserma era finalmente presidiata (dai famosi mus). Giunti ora a due anni dalla baldraccata, l’appellativo di collodiana memoria attribuito alla coppia de il gatto e la volpe sembra davvero azzeccato, in virtù del fatto che nel Pinocchio i due si dedicavano all’inganno.
E se inganno non ci fu allora quando i due fecero gli sboroni a sproposito avendo probabilmente creduto davvero che la saga legale fosse finita – anche se poi così non è stato -, a mio modo di vedere inganno c’è oggi nel senso che la coppia ben si guarda dal giustificare le proprie gesta, non avendo ancora trovato il modo – non dico di scusarsi con la comunità lozzese, come sarebbe appropriato – ma perlomeno di spiegare i termini della faccenda.
Comunque, un gatto l’ho davvero avvistato qualche giorno fa presso la Caserma di Soracrepa: e sembrava più che contento di non avere al seguito alcun tipo di volpe (ingannevole o meno).