Andrea Franceschi: il sindaco di Cortina d’Ampezzo fra ‘lode e ludibrio’
Il Corriere del Veneto tributa al sindaco ampezzano agli arresti domiciliari un piccolo poema epico nel quale il giornalista dipinge le eroiche gesta del bocconiano che lascia Milano per salvare la sua terra, vittima dei Lele Mora e dei visigoti del mattone. Se la tessitura del pezzo non fosse ben articolata, dosando sapientemente indulgenza e sostegno, attraverso i quali il lettore viene preso per mano e condotto al cospetto del valoroso guerriero, ci si potrebbe quasi commuovere.
Di tutt’altro taglio l’articolo del Gazzettino che inforca lo “schiamazzo” fin dal sottotitolo: “Le severe motivazioni del gip: «Una visione distorta della funzione esercitata. Potrebbe delinquere ancora»”. E continua ad urlare quando sottolinea che:
Il gip ha ritenuto necessaria la richiesta degli arresti domiciliari perché è stata determinata dal rischio reale di reiterazione dei reati in considerazione del fatto che gli illeciti contestati «non appaiono occasionali, ma manifestazioni di una distorta visione della funzione esercitata e cioè di significativa capacità a delinquere», scrive Cozzarini nella sua ordinanza.
Il sindaco dunque, qualsiasi cosa facesse, non lo faceva “per scherzo”, perché gli illeciti – per il gip – (è penoso ma dobbiamo ripeterlo): «non appaiono occasionali, ma manifestazioni di una distorta visione della funzione esercitata e cioè di significativa capacità a delinquere».
Alla fine, tuttavia, anche nel ruvido articolo del Gazzettino si fa riferimento al popolo di facebook (nell’articolo rigorosamente in maiuscolo, facebook intendo, non il popolo) che avrebbe da subito preso le difese del proprio paladino (esercitando questa funzione anche in ladino: “Mai ziede”). Bisognerà dirlo anche a Ghedini, a valere per Berlusconi, che un endorcement via facebook potrebbe tornare utile nello sbrogliare la fitta matassa che si è avvolta, a sua insaputa, attorno allo stregone di Arcore.
Che cosa vorrà mai dire che Franceschi “ha una significativa capacità di delinquere“? Come se in comune a Cortina si facesse un bando al giorno di una certa rilevanza sul quale potersi esercitare biecamente. Io, caro gip, glielo avrei lasciato fare: se veramente c’aveva preso gusto a delinquere, sarebbe per voi stata la volta buona per prenderlo con le mani nella marmellata. Se così non fosse stato, invece, ci saremmo tutti risparmiati uno spettacolo – quello degli arresti domiciliari – che non è bello da vedere, figuriamoci “da vivere”.