ancora una riflessione sul tema multe e utilizzo sul territorio della Polizia Locale
Vorrei proporre una seconda riflessione sul tema multe, sul fatto che non sarebbero gli amministratori a sollecitare il vigile (polizia locale) a fare le medesime e sul fatto che la gente si lamenterebbe di queste in relazione all’intransigenza del vigile.
Mi pare logico ipotizzare che se alla polizia locale (vigile) viene chiesto di controllare il paese, è probabile che nel percorrere le varie strade, dato il crescente numero delle auto delle varie famiglie, vengano accertate violazioni in tema del codice della strada e, data la conformazione del paese specie per la parte vecchia, è facile immaginare che queste siano in buona parte da ricondurre alle soste (soste, si badi bene, vietate da regole ed ordinanze comunali e da regole generali stabilite dal codice della strada). Non penso che il nostro agente si diverta ad elevare contravvenzioni a destra o a manca, se lo fa è perché il suo ruolo glielo impone ed una eventuale omissione lo potrebbe esporre a denuncia per non aver fatto il proprio dovere.
Nei giorni scorsi, era sotto gli occhi di tutti, gli operai comunali hanno ridisegnato i posti dove lasciare in sosta le auto. Segno evidente che l’amministrazione intendeva ed intende confermare questo tipo di disciplina, diversamente non l’avrebbe fatto fare od avrebbe annullato il relativo provvedimento.
Ora, se la polizia locale, nel corso del proprio servizio, accerta che dei veicoli vengono lasciati in sosta fuori dai posti segnati, non può far altro che elevare la contravvenzione. In questo caso c’è da pensare che o c’è la noncuranza dell’automobilista o c’è carenza di parcheggi.
Non si può certo attribuire la colpa alla Polizia Locale quando, per fare un esempio, è la stessa amministrazione a sottrarre parte dei posti di parcheggio pubblico (mi riferisco al parcheggio in piazza IV novembre), concedendoli in uso per un paio di mesi ai bar (non so quanti, non so quali). Non discuto le argomentazioni alla base del provvedimento ma è evidente che, come recita un detto popolare, “o la botte piena o la moglie ubriaca”!
Se poi si ritiene che la presenza della Polizia Locale sia “troppa” (si fa per dire) nel paese, la si invii a controllare anche altre parti del territorio, come più volte ribadito in altri articoli! Non possiamo immaginare che la Polizia Locale sia come un “libero professionista” che va dove vuole e come vuole. Tanto più che una amministrazione ha il dovere di creare le condizioni per ottenere la massima efficienza da parte del proprio personale. A questo proposito è facile immaginarsi che le attività della Polizia Locale saranno senz’altro determinate da un ferreo regolamento, ma è altrettanto ovvio immaginarsi che le stesse attività possano e debbano essere sottoposte a direttive di carattere “politico” espresse dall’amministrazione.
Non appena avrò l’occasione chiederò proprio alla Polizia Locale se quanto penso corrisponda alla realtà. In particolare, sempre che mi possa rispondere, vorrei cercare di capire, a beneficio di tutti i lettori, quali siano le “direttive politiche” dettate dall’amministrazione alle quali deve conformarsi nell’esercizio delle proprie mansioni. Mi piacerebbe inoltre chiarire, se vi sono, quali siano queste supposte “non disponibilità” da parte sua cui si fa cenno “in piazza”.