anche nel terzo millenio lo Stato italiano si rivela un voltagabbana
Là fuori c’è un’Italia che fa schifo. Preciso, uno Stato italiano che fa schifo. Uno Stato di voltagabbana.
E’ così da sempre. Hanno appena finito di spegnere le candeline del 150° anniversario di quella che chiamano “unità d’Italia” e non hanno trovato niente di meglio che festeggiare dichiarando guerra alla Libia, contravvennendo con ciò (altrimenti non saremmo dei veri voltagabbana) al Patto di Amicizia siglato recentemente con questa nazione.
Articolo 4
Non ingerenza negli affari interni
1. Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell’altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato.
2. Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l’Italia non userà, ne permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà, l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l’Italia.
Certo, Gheddafi non è uno stinco di santo, ma la vicenda va letta con sufficiente apertura mentale: perché l’Onu e gli Stati del mondo che ora accorrono come mosche richiamate dalla puzza del petrolio, non sono stati tanto solerti quando nel Darfur, per fare un solo esempio, succedeva il finimondo? E in Cecenia, Tibet e Ruanda?
Del resto, è stato per merito di una fulgida figura di questo Stato, tale Badoglio, se al mondo è apparso il nuovo verbo “to badogliate” che, come sottolinea Patricelli (Settembre 1943, Laterza) identifica una “azione maldestra, ambigua, pasticciata, furbastra, venata di tradimento: qualcosa di molto italiano secondo i peggiori luoghi comuni sulla propensione agli intrighi e alla doppiezza”.
Con queste limpide premesse, da questo Stato italiano, ci si poteva aspettare forse qualcosa di meglio?