alconomia: l’Alto Adige fra autonomia e alcolemia
Incuriosito dalla prima pagina di oggi dell’Alto Adige che titola “Alcol, record di ricoveri” … ho voluto, in questa pausa postprandiale, approfondire l’argomento. Il ministero della salute ha reso pubblici i dati sui ricoveri ospedalieri relativi al 2011. Fra la marea di dati, più o meno nauseanti per i non addetti ai lavori, spiccano i ricoveri (e le conseguenti dimissioni) per “Abuso di alcol/droghe e disturbi mentali organici indotti“.
Nello stilare la classifica su base nazionale salta fuori che l’Alto Adige presenta, per questa “patologia”, un numero di ricoveri molto superiore alla media nazionale. Il sottotitolo del quotidiano parla del triplo della media nazionale ma in realtà, considerati nel loro insieme, i ricoveri in Alto Adige ogni 100.000 abitanti (101,44) sono 3,8 volte quelli nazionali (26,65); sono quindi più vicini al quadruplo che al triplo. Ho estratto i dati per singola regione/provincia autonoma et voilà, ecco la tabella ed il relativo grafico.
In effetti la lettura del dato altoatesino fa una certa impressione: a maggior ragione se si considera che, pur non essendo i dati segmentati per età, nel mondo giovanile l’abuso di alcol è purtroppo altamente rappresentato ed in costante aumento. Al nord, a far “buona compagnia” all’Alto Adige, troviamo l’Emilia-Romagna (46,35) ed il Friuli Venezia Giulia (45,25), seguiti a distanza dalla Lombardia (35,01) e dal Veneto (31,89).
Ma che bevano solo, o si droghino anche, gli amici altoatesini o sudtirolesi che dir si voglia per giungere a quei livelli? A guardare l’effetto alcol in Trentino, non sembra lo si possa correlare alla presenza dell’autonomia :-). Chissà quali reconditi disagi serpeggiano in quelle comunità baciate da una sostenuta crescita demografica e da condizioni economiche (pil pro-capite) sostanzialmente al top dello stivale.
A questo proposito sarebbe interessante valutare i dati relativi alla provincia di Belluno, potrebbe uscirne un quadretto di sapore kafkiano: un “popolo” in costante impoverimento economico e demografico, profondamente infelice, in perenne attesa di una pur vaga promessa d’autonomia con la quale tentare di sopravvivere, abbruttito dallo smodato consumo di alcol.
Cattivo eh? Sto digerendo il frugale pasto. Magari un buon rosso potrebbe aiutarmi a colorare questa plumbea visione. Purtroppo – o per fortuna – con Bacco non vado molto d’accordo, anzi, per niente.