AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE!!!
di Cagliostro
Un nostro vecchio adagio dice: “Chi non muore nella culla, deve vederne più di una”. Ed io, alla mia non più verde età, non credevo di dover assistere al disfacimento totale dei valori dell’etica politica, ad un degrado istituzionale di così immani proporzioni, al crollo di tutto ciò in cui ho creduto lungo tutta la vita. Già la campagna elettorale e le elezioni, con tutta la loro carica distruttiva ed anarcoide di populismo e demagogia, avevano suscitato in me molte perplessità.
Quando poi ho visto apparire, ringalluzzite e rinfrancate, le falangi di Arcore (già considerate defunte per logoramento da eccessivo potere inconcludente e deleterio) ed assistito alle concioni urlate del secondo clown italiota e, nel contempo, ho potuto constatare che a tutto ciò si contrapponeva una serafica calma e sicurezza nella vittoria da parte del leader del csx, subito ho avvertito una certa puzza di bruciato ed evocato la memoria corta degli italiani, dimentichi delle molteplici sozzure messe in campo dal noto tycoon nel suo quasi ventennale dominio sul proscenio politico nazionale, non scordando neanche le epiche gesta di certa ‘gioiosa macchina da guerra’ occhettiana del lontano 1994. Poi è andata come tutti sappiamo! Ad alcuni amici, in sintonia con me da molti anni, avevo da qualche settimana, manifestato dubbi sulla tenuta di un sistema politico così sfilacciato, per di più in presenza del così detto ingorgo costituzionale.
Già le scelte della data delle elezioni lasciavano poco ben sperare. A tutto ciò, si era andata formando tutta una serie di fatti e circostanze, a dir poco paradossali, che avevano lasciato nella pubblica opinione molti dubbi sull’esito elettorale: al bipolarismo casereccio si era sostituito infatti un tripolarismo ancor più immobilista e foriero di ingovernabilità (al Senato), il magro bottino di consensi di Scelta Civica di Monti e la caparbia chiusura di quest’ultimo ad un accordo con il csx sia in via preliminare che in seguito al responso delle urne, i giochi tattici con la scelta dei 10 saggi da parte di un imbarazzato ed impotente Napolitano (vedi semestre bianco, senza un efficace potere di interdizione finalizzato alla formazione di una qualche parvenza di Esecutivo), la obbligata inversione dei passaggi istituzionali, con la precedenza della elezione del capo dello Stato rispetto alla formazione del governo, cosa che il Colle -forse- non avrebbe mai voluto (dovuto?) dover seguire!!
Tutto ciò premesso e considerato, che costituisce infausto preludio alle tristi ore che stiamo vivendo, veniamo ora alla disamina dei disastrati esiti attuali della vicenda politico-parlamentare ed alle pericolose, involutive svolte che si prospettano.
Sappiamo e conosciamo ormai assai bene gli scopi e le finalità specifiche che muovono ed ispirano da sempre l’azione dell’Oleonese (definizione dell’eminente cattedratico Prof. Franco Cordero), tanto che è perfino inutile ripercorrere le tappe e la storia di questo bieco soggetto e le ultime vicende che lo riguardano e che, a cagion sua, riguardano, purtroppo, anche la vita della nostra disastrata nazione. I suoi intendimenti precisi, i suoi obiettivi, sono quelli di sempre: servirsi delle istituzioni per porre rimedio e coprire i suoi problemi personali e di gruppo. E se egli detiene tutto il potere, non fa “prigionieri” e niente e nessuno può intralciarlo; se non detiene l’intero potere, cerca e vuole condizionare e contare per sedersi al tavolo delle scelte, in ciò aiutato dalla sua ossequiente ciurma interna o dalle teste di ponte inserite utilmente nel campo altrui (Renzi? D’Alema?), argomento che verrà trattato più oltre.
Per quanto concerne il M5S, il discorso è riassumibile in uno slogan: “Tutti a casa”. Nessuna trattativa politica (anche se incoerenze se ne sono già viste a iosa). Certo il clown ed il suo guru, tal Casaleggio, non sono degli sprovveduti, ma fa letteralmente paura il loro concetto sulla “democrazia liquida” e certi loro programmi (ad es.: uscita dall’euro, interventi faraonici in economia senza uno straccio di copertura ecc.). Veniamo ora al punto dolens, al PD, a quello che doveva essere il perno del sistema democratico-parlamentare, le residue speranze di salvezza di questo sistema ingolfato e malato. Che strazio!!! In queste ultime 48 ore, sia la Dirigenza di tale partito che una buona parte dei grandi elettori piddini hanno dato prova di assoluta inconsistenza, di ottusità, di indifferenza di fronte alle tragiche situazioni in cui si trova il paese, si sono preoccupati soltanto dei loro squallidi interessi di bottega.
Fino a qualche giorno fa, stimavo molto Bersani. Ed anche ora non trovo giustificazioni alle sue scelte di queste ultime ore; ci deve però pur essere una motivazione precisa che certifichi in modo plausibile un tale suo comportamento, apparentemente così censurabile. Ora capisco appieno come la fusione fredda fra DS e Margherita non sia per niente riuscita e come al povero uomo certi soggetti debbano aver fatto perdere la trebisonda. Io conoscevo ed apprezzavo il ministro dell’Industria Bersani, conoscevo ed apprezzavo il segretario politico che aveva fatto crescere attorno a sé una schiatta di giovani di belle speranze, il Bersani che, pur non ottenendo alle elezioni il risultato sperato, teneva la barra dritta e diceva che non avrebbe mai fatto accordi con colui che conosceva assai bene, tanto da definirlo “mascherina”, il Bersani che teneva ben distinto l’aspetto istituzionale costituito dalla elezione del capo dello Stato dalle problematiche inerenti la formazione dell’Esecutivo.
Insomma, un uomo coerente e tutto d’un pezzo. Evidentemente, i giochi interni e la fregola del Colle e di Palazzo Chigi da parte di molti ‘competitors’ devono aver smosso le acque interne e risvegliato i molti dinosauri che sembravano caduti in letargo. E tali dinosauri debbono aver spinto il segretario a trattare con il Caimano sulla base di un equivoco: Marini al Colle, “facilitatore” di un governo di larghe intese con coinvolgimento diretto del PDL. Situazione sempre negata, ma verosimilmente accettata da Bersani nel suo colloquio a quattr’occhi con il tycoon, dopo aver allontanati i due dioscuri, tali Enrico Letta e il valvassino Angelino Alfano. A questo aggiungasi il colloquio pacificatore, invero assai strano, tra Baffino super Massimo e Matteo il Magnifico, in quel di Firenze, suggello plateale, ampio di reciproci riconoscimenti (e comunanza di interessi).
Infine, dopo la clamorosa bocciatura di Franco Marini, ecco il Magnifico piombare a Roma, convocare i suoi, mettere a posto ogni cosa e ritornare soddisfatto a Firenze, dopo aver ‘’protestato’’ sostegno indiscutibile per Romano Prodi. Alla assemblea dei grandi elettori, infatti, ci sarà la standing-ovation per quest’ultimo ed il giubilo per la certa, prossima elezione risolutiva. Tutti d’accordo, il Presidente è fatto ed è di qualità indiscutibile, di alto profilo. Poi però avviene l’indecoroso spettacolo di ben 101 traditori. E la prima gallina a cantare che Prodi era affossato, sapete chi è stato? Matteo il Magnifico, naturalmente!! L’annuncio che Prodi era ormai fuori gioco perviene proprio da Firenze, quasi in diretta e con cronometrica precisione. Il Magnifico, ora sappiamo che si è visto segretamente con il dott. Sottile, alias Giuliano Amato, ed ora l’imberbe giovanotto fiorentino declama che per il Quirinale vanno tracciati degli identikit che stanno a pennello sulle spalle o di D’Alema o di Amato!!
Questo deve essere sicuramente il nuovo che avanza, lo dice niente meno che il rottamatore per antonomasia!!
Bersani, debole, incapace, vittima dei dinosauri; il partito allo sbando, la scissione in arrivo; Bruscoloni ed i suoi che gongolano per l’insperato, indiretto successo; Grillo che inneggia all’ennesima eliminazione dalla scena di un partito (dopo IDV, UDC, FI), ed in attesa di rottamare anche il PDL. Intanto le Istituzioni sono allo sfascio ed al completo discredito ed al Quirinale andrà forse qualcuno che fornirà sostegno e garanzie, non nei confronti della Costituzione, ma nei confronti degli interessi processual-giudiziari ed economico-finanziari dell’Innominato Oleonese.
A meno che, lo stesso Oleonese ed il morituro Bersani non convincano il vecchio Napo ad accettare un piccolo sacrificio. Fra un anno se ne riparlerà, quando il Caimano potrà farsi eleggere al Colle senza che alcuno lo accusi di essere “divisivo”.
NB Solo Prodi sarebbe “divisivo”. Falangi di asserviti, ieri non hanno partecipato alle votazioni ed hanno invece organizzato un sit-in a base di mortadella davanti al Parlamento, pronunciando indecorose invettive all’indirizzo del ‘pericoloso’ Romano Prodi, attentatore della democrazia. Mi chiedo, se alle elezioni avesse prevalso Bruscoloni, quest’ultimo si sarebbe fatto eleggere subito al Colle, lui che più divisivo di così!!!……