a Lozzo di Cadore una lista in fase di concepimento ‘vicina’ al BLOZ
Io voglio bene a Vittore Doro. Gliene voglio perché 35 anni fa circa mi trasse d’impaccio da una situazione imbarazzante. A quel tempo io ero uno dei rappresentanti degli studenti nell’ambaradan dei Decreti Delegati mentre Vittore era uno dei rappresentanti dei genitori (suppongo). Il gruppo di cui io e Vittore “facevamo parte” era formato da progressisti che si opponevano alla presenza tentacolare, anche nella scuola, della balena bianca, della DC.
Fra i genitori della balena bianca c’erano due imprenditori di punta di Domegge. Succedeva che quando questi due parlavano io non capivo una fava di quello che dicevano al punto che, per un po’, credetti di essere lo scemo del villaggio. Fino al momento in cui non espressi queste mie perplessità – giovane ed ingenuo studente – proprio a Vittore, che risolse il mio cruccio con queste parole: “non capisci un cazzo di quello che dicono perché non stanno dicendo un cazzo“. Per me fu davvero illuminante. Da allora ci siamo rivisti solo in brevi e fugaci circostanze e non credo che Doro si ricordi di questo piccolo episodio.
Per questo motivo “lo perdono” quando (ieri ha scritto un pezzo per il Corriere delle Alpi) mi mette il paese a metà strada tra quattro attività (“Lozzo è sempre stato un paese a metà strada tra l’agricoltura, la selvicoltura, l’industria e il turismo“) creando così una singolarità topografica la cui soluzione porta “al centro” della croce di S. Andrea. Lo perdono quando si riferisce alle scuole del paese “ben tenute e tra le più moderne del Cadore” essendo state costruite, le elementari, nel ventennio (ed inaugurate, forse, nel 1931; però è vero che sul retro dell’edificio c’hanno fatto una via di fuga vetrata in stile Pompidou). Lo perdono anche quando mi storpia (“refusandolo”) il nome di Pian dei Buoi in Pian dei Bui.
Ma mi è difficile “perdonarlo” quando, sullo stesso articolo, dopo aver frugato furtivamente, frettolosamente e probabilmente nottetempo fra i commenti del BLOZ – con tutta evidenza leggendo la sequela di commenti all’articolo-presagio di Cagliostro SI CHIUDE UN DECENNIO!!! SI VA VERSO IL VENTENNIO? -, mi tira fuori ‘ste storie qua:
[…] Nei bar e in piazza, fino alla notte scorsa circolava la voce di una possibile lista vicina al blog di satira politica e d’informazione “Zeloz“, che in più occasioni ha criticato l’Amministrazione uscente, ma che ancora non ha preso una decisione definitiva. Da ciò che si legge sul blog, emerge come possibile candidato sindaco Attilio Bianchi. Ma, come per la maggioranza uscente, anche per questi possibili candidati siamo ancora a livello di pour parler;
Capite? Ci sarebbe una lista in fase di concepimento “vicina” al blog di cui sono titolare (una specie di emanazione del blog), con Attilio Bianchi come possibile candidato e …
… e io non ne saprei niente?
Perché niente so al riguardo! Siamo di fronte a una sorta di partenogenesi? O più filosoficamente a una eterogenesi dei fini (cosa riassumibile nel concetto: «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali»)?
E poi: sarà anche solo pourparler, ma, stracazzo, il mio blog è BLOZ – puro spirito – e non “Zeloz“.
Ma non è finita. Scrive Vittore che questo mio blog “di satira politica e d’informazione” – il BLOZ – “in più occasioni ha criticato l’Amministrazione uscente“.
No, no, no. Qui non ci siamo proprio.
E’ vero, ogni tanto mi interesso anche di località (cose che succedono localmente). Ma va chiarito che criticare (anche se “in più occasioni”) non è verbo che definisca compiutamente ciò che penso dell’attività politico-amministrativa dell’amministrazione Manfreda. C’è un solo numero che la qualifica e l’ho espresso già altre volte nei miei commenti
610: sei uno zero!
Cambiando registro linguistico potrei dire, con lo stesso intendimento, sempre in riferimento all’attività politico-amministrativa svolta, che
è più inutile della data di scadenza sulla nutella!
Ecco, capite bene che criticare era un po’ troppo generico. Ma adesso abbiamo fatto chiarezza, anche grazie a Vittore Doro e alla sua (un pochino troppo) fervida fantasia. Comunque, mai dire mai.
(per Attilio resta valido il mio consiglio di qualche giorno fa: “Puoi anche tentare di spiegare la fisica delle particelle ad un aborigeno, ma alla fine crederà comunque allo stregone.“)
(immagine: mejo ride che piagne)