a Lozzo di Cadore un cittadino amareggiato riflette su legalità, omertà e coerenza
E’ di ieri l’apparizione in cronaca locale sul Gazzettino di questa lettera «Quel silenzio sulle scuole a soqquadro».
Da pochi giorni si è conclusa a Lozzo un’importante iniziativa nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza e alla legalità, che ha coinvolto gli alunni delle scuole medie di Lozzo, Lorenzago e Auronzo. Il progetto, realizzato in collaborazione con alcune associazioni che orbitano intorno a Libera presieduta da Don Ciotti, prevedeva una serie di attività rivolte sia agli studenti, che all’intera popolazione. Si è parlato di infiltrazioni mafiose al Nord, con l’obiettivo di far conoscere soprattutto ai giovani, questa realtà perché imparino a riconoscere l’illegalità e a contrastarla con la denuncia.
Lunedì 16 maggio scorso, all’apertura della scuola elementare, le insegnanti hanno trovato alcuni locali scolastici messi a soqquadro, sebbene non siano stati riscontrati danni.
Mi ha sorpreso sapere di questo episodio dopo parecchi giorni dall’accaduto e in un modo del tutto casuale. Mi domando perché il fatto sia stato taciuto. Perché non è stata informata l’autorità di pubblica sicurezza? Dopo tante belle parole contro l’omertà mafiosa, perché tacere un episodio del genere? Ci sono state superficialità e inadempienze, visto che i locali scolastici sono stati accessibili a decine e decine di persone per l’uso dei servizi nella serata del sabato precedente, in occasione di una festa paesana?
Ritengo che il comportamento dell’istituzione o dell’amministrazione comunale, che di fatto gestisce l’uso dei locali scolastici, non sia stata coerente con il messaggio di legalità che ha voluto trasmettere solo pochi giorni prima.
Un cittadino amareggiato
«Dopo tante belle parole contro l’omertà mafiosa, perché tacere un episodio del genere?»
Che sia perché sono uomini d’onore?