a Calalzo di Cadore: via il trio TBC, arriva quello BSN Bottacin, Sertori, Nobili
Il trio TBC (Tremonti, Bossi e Calderoli) a Calalzo di Cadore ha trovato solo giorni di pioggia incessante e, alla fine, con sollievo da parte di tutti, se n’è andato. Tremonti in baita ha tirato la cinghia, Bossi è passato ad asciugarsi in quel di Schio, Calderoli si è sforzato di dire, fra tante cazzate, qualcosa di buono.
Al trio partito, che nessuno dimostra di rimpiangere, si sostituirà il prossimo 31 agosto quello costituito dai tre presidenti delle province di Belluno, Sondrio e Verbano Cusio Ossola. I tre si conoscono già, avendo fatto nascere a Sondrio la “Federazione delle Province Montane” alla cui presidenza c’è ora Giampaolo Bottacin, che proprio a Calalzo, nei giorni del soggiorno del trio TBC, si era presentato con la bandiera della provincia listata a lutto per protestare contro i tagli della manovra bis.
CALALZO (BELLUNO) – I presidenti delle Province di Belluno, Sondrio e Verbania si riuniranno a Calalzo di Cadore (Belluno) il 31 agosto per discutere, come precisa una nota dell’amministrazione bellunese, delle prossime mosse da mettere in atto per tenere in vita le realtà di montagna, messe in discussione dalla recente manovra del Governo. Gianpaolo Bottacin (Belluno), Massimo Sertori (Sondrio) e Massimo Nobili (Verbania) per una volta si sostituiranno ai ministri di casa a Calalzo. «Siamo province accomunate dalle stesse caratteristiche, territori transfrontalieri interamente montani, e quindi affrontiamo i medesimi problemi», spiega il presidente di Palazzo Piloni Bottacin.
La manovra di Ferragosto del Governo ha diviso le province italiane in tre fasce: ci sono quelle capaci di sostenersi e che (per il momento) potrebbero salvarsi dal taglio, quelle eliminate per legge e quelle, come Belluno, a cui vengono tolte le risorse economiche per garantire i servizi alla propria comunità, condannandole ad una rapida chiusura. «Non è un caso che mercoledì si vedranno riunite realtà come quella di Sondrio, che vorrebbe emigrare in Svizzera, e Belluno che vorrebbe passare in Trentino – spiega Bottacin -. Le difficoltà ci spingono a soluzioni estreme, ma dobbiamo affrontarle insieme. La partita, infatti, si gioca a livello nazionale». (Corriere del Ticino)
Visto che anche a Sondrio iniziano a pensare di togliersi di dosso quella “carogna” di Stato italiano avvoltoio che ci parassita passando in Svizzera, potrebbe essere una idea percorribile quella di creare, lungo i nostri confini provinciali, una enclave svizzera in territorio italiano?