A Bolzano Durni affronta il credit crunch, a Belluno lo si potrà solo subire
Meno rabbiosa, ma anche in Alto Adige la crisi si fa sentire, con un credit crunch (stretta creditizia) che attanaglia famiglie e imprese. Ed allora Durni (Soldi a famiglie e imprese convocate tutte le banche) …:
Le conseguenze di una crisi economica che ha pochi precedenti nella storia per durata e portata, si stanno sentendo sempre di più anche in Alto Adige e quindi sui due fronti del prolungamento dei ratei dei mutui per le famiglie e su quello del credito necessario alle piccole e medie imprese ora scende in campo anche la giunta provinciale.
«Ho sollecitato per lunedì prossimo un incontro con tutti gli istituti di credito operanti sul territorio – ha sottolineato ieri il presidente Durnwalder – per fare il punto sulle situazione della liquidità delle banche altoatesine e sulle condizioni bancarie oltre che per discutere tra l’altro sugli interessi dei mutui per la casa e per i finanziamenti alle imprese. Al centro dell’incontro anche l’utilizzo dei 650 milioni di euro del fondo di rotazione provinciale».
Tutto ciò non comporta la “soluzione” dei problemi imposti dalla crisi, ma capite anche voi che le forze in gioco, chiamate in causa dalla politica pur nella loro necessaria indipendenza (e ci mancherebbe), qualche risposta al territorio la devono dare.
La provincia di Belluno commissariata – il commissario (senza averne colpa) è poco più di uno “zombie” – non può certamente fare nulla di tutto ciò (tenendo conto che a Provincia funzionante le differenze con l’Alto Adige sono comunque oceaniche). Nel dolore di questa situazione che ha danneggiato e sta danneggiando enormemente il nostro territorio possiamo gioire solo del fatto che, come previsto, quelli del PDL, che hanno assassinato la Provincia, siano stati azzerati dal voto. Non servirà di lezione, ma intanto è bello sapere che l’han preso esattamente lì. Che si diano da fare per “ricostruire”: per me andrebbero annientati, ma c’è posto per tutti, anche per i rifiuti organici.
Mi torna in mente il convegno dei soliti noti dal tema Chi governerà il Cadore dopo la Provincia? imperniato su questo concetto:
[…] All’interno di questa logica [l’uscita di scena della Provincia ndr] diventa fondamentale il ruolo delle Comunità montane strutturate come enti associativi dei Comuni che dovrebbero assorbire le competenze e le funzioni della Provincia.
Vi pare, Oh Cadorini, Oh Bellunesi, che ciò che sta facendo Durni (per fare un semplice esempio) possa essere demandato alle “Comunità montane strutturate come enti associativi dei Comuni“. Lasciamoli pure a giocare co le scoaze, i nostri sindaci, adesso che (forse) hanno capito (dal Burkina Faso) come si fa a fare un po’ di differenziata.
In paesi di 1000-2000-3000 abitanti (ma fino ai 15.000) si dovrebbe ambire ad ottenere il riciclo-riutilizzo dei rifiuti al 100%, non la differenziata sporca che si sta raccogliendo. La differenziata che si sta facendo, anche se fosse “buona” – e quella centro-cadorina non lo è, inquinata com’è da scoaze clandestine – è già vecchia, è già morta. L’orizzonte è il riutilizzo: i paesotti come i nostri dovrebbero svettare in cima alla classifica dei comuni ricicloni, non dei comuni ricicoglioni.
Lasciamoli a giocare, dicevo, che ‘sti qui avranno serie difficoltà a mettersi d’accordo sulle Comunions. I giochi seri, in un territorio montano come il nostro, bisogna farli fare alla Provincia. A quella eletta dal popolo (che ci è stata negata), non a quella prevista, eletta dai sindaci. Chiaro. Dimenticavo: mai pensato di tesserarvi al BARD – Belluno Autonoma Regine Dolomiti?