Bim-Gsp, Franceschi: «Un percorso strano per il nuovo cda»
Della vicenda del buco di Bim-Gsp ci sono molte cose che non tornano. Chi è passato fra i crepacci della pseudo-politica o di questa è stato attento osservatore facendosi quel po’ d’esperienza, il puzzo di “carogna” lo ha sentito fin dall’inizio. Poi si è visto chi erano gli avvoltoi, il cda del Bim-Gsp in primis, avallato dai sindaci dell’Aato, in questa circostanza diventati le iene di contorno all’opera dei rapaci saprofagi.
Alla fine i rappresentanti politici, quelli che hanno creato e “gestito” il buco dell’acqua, si sono dovuti fare da parte (un segnale di facciata per calmare la gente ormai sull’orlo di una crisi di fiducia). Il nauseabondo puzzo di cadavere doveva essere arieggiato. Ma non è che le finestre si siano aperte per molto, visto la scelta del triumvirato di stampo partitico cui i sindaci sono al fine giunti. Puzza ancora di marcio.
Se poi prestiamo attenzione a quello che ha affermato il sindaco di Cortina Franceschi riguardo alle modalità di nomina di uno dei triumviri, Gildo Salton, abbiamo ragione di ritenere che il futuro non sarà granché salubre.
Franceschi ha una visione corretta di quello che è successo in Bim Gsp e che ha portato al buco da oltre 75 milioni di euro: «C’è un concorso di colpa iniziale, ma poi bisognava capire prima che i conti non tornavano, evitare di fare investimenti superiori alle capacità aziendali e aggiornare la tariffa. Insomma, tutti sono colpevoli, ma è chiaro che chi sta davanti (il cda) è il più esposto. Onori ma anche oneri».
Eppure tra molti sindaci c’è il fuggi fuggi e anche nella gestione di questa fase l’atteggiamento non cambia. Franceschi, ad esempio, si è astenuto su Gildo Salton: «Non lo conosco, il problema sta nella gestione delle candidature del cda: nell’assemblea di vallata un sindaco ha presentato un curriculum, ha chiesto se ne avevamo altri e così Salton è andato ai voti. Ma nessuno si era preparato, non era chiaro che bisognava arrivare con dei nomi. Per me questo percorso è strano: sarebbe stato più corretto trovare un manager secondo i metodi classici dell’avviso pubblico. E’ singolare che questa provincia abbia solo tre nomi disponibili e non vedo quel segno di discontinuità auspicato».
Qualcosa non va. I sindaci si trovano all’assemblea di vallata (26 comuni tra Cadore, Val di Zoldo e Longaronese) . Un sindaco presenta un curriculum, quello di Salton (PDL), chiedendo se qualcun altro ha altre persone da proporre. Ai sindaci convenuti, secondo quanto detto da Franceschi, non era stato chiarito che bisognava arrivare lì con dei nomi. Alla fine si mette ai voti Salton, che passa (Franceschi si è astenuto).
C’è del marcio. Ed è evidentemente presente nelle assemblee di vallata. Poi può essere trasmesso ai vertici, come avete intuito. Quanto può risultare credibile una assemblea di vallata del Bim Consorzio durante la quale succedono le cose descritte da Franceschi? E’ lui lo sprovveduto, o la cosa è proprio la cloaca descritta?
Quindi, cari signori, tra un po’ il fetore sarà nuovamente insopportabile. Già ci si deve turare il naso. Se vogliamo un ente sano al servizio dei cittadini bisogna innanzitutto allontanare i partiti dalla sua gestione.