il bi-stipendiato neo ministro della Funzione Pubblica sproloquia durante un’intervista a Report
Quello che segue è per darci la carica quando suonerà l’ora X. Ce ne sono più di 200 di magistrati fuori ruolo che prendono il doppio stipendio, l’uno e l’altro ovviamente lautissimi. Uno di questi è stato nominato ministro della Funzione Pubblica. Si chiama Filippo Patroni Griffi. Straordinario è che un ministro, pur della bananiera repubblica italiana, proferisca sproloqui come quelli che sono evidenziati in seguito. Vero che la domanda era sibillina, ma da un ministro ci si aspetterebbe qualcosina in più. Per ascoltare le cazzate espresse dal neo ministro e vedere come si incarta, basta collegarsi a questo articolo del Post da cui ho tratto la “citazione”.
[…] Un anno fa era stato intervistato da Report nell’ambito di un’inchiesta giornalistica sui magistrati fuori ruolo (come lui, e come anche Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio).
L’inchiesta raccontava di come in Italia alcuni magistrati, prestati temporaneamente ad altri incarichi, continuano a percepire lo stipendio – spesso sontuoso: centinaia di migliaia di euro l’anno – relativo alla loro precedente professione. Quel “temporaneamente” può avere molti significati, spesso significa anni o decenni, e durante questi periodi la legge garantisce inoltre a questi magistrati di usufruire degli scatti di anzianità e delle promozioni per gli incarichi che non svolgono. L’intervento di Patroni Griffi arriva al minuto 4:15.
«E detta così la cosa suona proprio male. Perciò io le dicevo prima, forse la cosa si può anche trasformare. La realtà è questa, cioè che messa così: tu vieni pagato da un ente e non lavori per quell’ente non si presenta molto bene, evidentemente. Se invece si cambia un attimo la prospettiva, e si considera che, ehm, in realtà, viene pagato, io vengo pagato per il tipo di lavoro che svolgo e, se non fossi un magistrato, prenderei la stessa cosa, più o meno, solo che probabilmente lo prenderei tutto dall’amministrazione dove … in cui presto l’attività lavorativa»