l’alternativa a Berlusconi c’è e si chiama governo di ‘salute pubblica’
Premessa: il seguente intervento è inizialmente apparso come commento in “Il camaleontismo omofobico dei catto-comunisti“. La natura dello scritto, come si potrà constatare, è prettamente ‘politica’ e prescinde, inoltre, dai fatti specifici da me richiamati nel post. Per questa ragione e per la limpida esposizione ho ritenuto doveroso pubblicarlo anche come articolo.
di Cagliostro
Il concetto che “a questo governo sembra che non ci sia seria alternativa fra le forze in campo” lo ho già letto da qualche parte e credo che sia proprio il Re di Denari ad affermarlo tanto solennemente, convinto come è della propria assoluta convenienza, in questo momento, a pronunciare un tale assunto. Galleggiare fino a Gennaio è l’imperativo categorico, è l’ordine dato agli ancora troppi turiferari. Passato tale periodo, ‘Isso’ è convinto di ‘sfangare’ la legislatura e forse di vincere ancora… Spiace sentire da te una tale pratica sintonia con il Tycoon nazionale. Posso provare a farti riflettere con la Storia, rifacendomi anche a quanto da me recentemente scritto a questo proposito.
Neanche a me piacciono le accozzaglie, le compagini prive di un minimo di coesione programmatica e di intenti. Io caldeggiavo e caldeggio un governo di ‘salute pubblica’ (se vuoi mettiamoci dentro anche i più moderati del PDL) che duri lo stretto necessario per la attuazione di un programma minimo condiviso, e poi ognuno andrà per la sua strada (dopo che gli elettori si saranno pronunciati con chiarezza). Ti ricordo che così è stato anche nell’immediato dopoguerra con i governi Bonomi e Parri ed il I° De Gasperi e non vorrai mica dirmi che PCI e PSI da una parte e DC, PRI, PLI e PSDI dall’altra avessero una forte coesione programmatica…
Ma gli uomini di allora seppero superare ogni barriera ideologica per dettarsi le regole del vivere civile e misero in campo una Carta Costituzionale che ancora oggi giorno tutto il mondo ci invidia, soltanto il ‘Barluscaz’ ed il suo sodale leghista vorrebbero rivedere e fagocitare tale Carta con una operazione taglia/cuci, imbastita in una baita di Lorenzago tra uno stornello ed una libagione, da una ‘manica’ di improvvisati costituzionalisti da strapazzo, capaci di far rivoltare nella tomba giuristi e costituzionalisti del calibro di Ruini, Paratore, Mortati, Moro, Scalfaro e tanti altri (che impiegarono oltre due anni di studio e di opportuni compromessi per mettere in campo le regole del nostro vivere civile e comunitario).
Dicevo costituzionalisti da strapazzo, tanto che il maldestro ‘maquillage’ non resse alla prova referendaria, provando una volta di più che gli elettori sono più seri e moderati della attuale maggioranza degli inquilini del Palazzo. Insomma, anche nel periodo ’45/’47 ci fu un governo omni comprensivo, con uomini del calibro di De Gasperi, Saragat, La Malfa, Nenni e Togliatti. Essi ci dettero la Costituzione (ricordi la duttilità di Togliatti sul recepimento dei Patti Lateranensi?)e poi si divisero nettamente, auspice anche la guerra fredda e la volontà americana di attuare il piano Marshall solo dopo l’uscita dei social-comunisti dal governo.
Altri tempi, tu dirai!! Non è proprio così: oggi viviamo tempi perigliosi come, e forse più, di allora. Occorre, come dice il Presidente Napolitano, coesione ed unità di intenti per ricostruire un barlume di dignità nazionale ed affrontare la crisi economica, non con le chiacchiere inconcludenti, ma con una efficace azione di governo che consenta di uscire dal tunnel in cui ci siamo cacciati da troppo tempo. Date poi le regole elettorali, ognuno seguirà il proprio destino…