la Provincia di Belluno ricorre al Capo dello Stato contro la bocciatura del referendum per Belluno Autonoma
Sulla bocciatura da parte della Corte di Cassazione del referendum per Belluno Autonoma avevo scritto queste due righe. In un primo tempo la Giunta provinciale non aveva ritenuto di dover ricorrere contro la sentenza del gerontocomio. Ci ha ripensato. Il problema è che si passa dal gerontocomio della Cassazione a Napo capo, come dire dalla padella alla brace. Oltre tutto Nappy prenderà in mano le carte del ricorso dopo le ferie a Stromboli: dopo tutto quel sole …
Moreno Broccon a nome del Comitato Belluno Autonoma: «Ringraziamo la Provincia per la decisione presa, una scelta che rimarca la nostra volontà. Qui è in gioco il futuro del territorio e in un prossimo quadro istituzionale, che vedrà una rivoluzione nell’assetto delle autonomie locali, intendiamo dimostrarci pronti a far valere le nostre ragioni. Continueremo la nostra battaglia, di certo non è una sentenza a fermarci: in fondo, non chiediamo altro che l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani dinanzi allo Stato, un diritto che deve essere garantito».
Autonomia negata ricorso al Quirinale. Via libera della giunta provinciale al ricorso al capo dello Stato sul bocciato referendum per entrare in Trentino Alto Adige (Gazzettino)
Semaforo verde dalla giunta provinciale a proseguire l’iter referendario per traghettare l’intera provincia di Belluno dal Veneto al Trentino Alto Adige. Con una delibera, approvata ieri mattina, l’organo di governo di Palazzo Piloni ha dato il via libera al ricorso contro la sentenza della Corte di Cassazione che, a fine marzo scorso, aveva bocciato l’iniziativa referendaria. La giunta ha deliberato di affidare l’incarico all’avvocato Giuliano Rizzardi di Brescia, professionista che ha già seguito altre tematiche simili, «per la predisposizione e promozione del ricorso straordinario al Capo dello Stato».
Raffreddati i sogni di autonomia con la decisione della Cassazione, la Conferenza dei capigruppo del consiglio provinciale aveva inizialmente scelto di non tentare altre strade. Ieri il dietrofront. Sarà ora il Capo dello Stato a pronunciarsi sulla volontà dei bellunesi di lasciare il Veneto, nata dalla raccolta di circa 18 mila firme e dalla decisione del consiglio provinciale che l’11 gennaio scorso si era espresso a favore dell’avvio dell’iter referendario. Il termine di presentazione del ricorso scade il 9 agosto. Da qui ci vorranno 60 giorni per completare la pratica. Prima di arrivare al pronunciamento del Quirinale passeranno, però, diversi mesi.
In caso di bocciatura, il Comitato Belluno Autonoma Dolomiti Regione non intende demordere pronto a giocare la carta del ricorso alla Corte di giustizia europea «in quanto – spiega Moreno Broccon – viene violato il diritto di autodeterminazione previsto dall’articolo 132 della Costituzione che vale per tutti gli italiani, ma non per la provincia di Belluno», l’unica a non poter cambiare Regione perché incuneata tra due Regioni a Statuto speciale e due Province, Trento e Bolzano, la cui autonomia è stata “blindata” dall’articolo 116 della carta costituzionale.