Lozzo di Cadore Dolomiti
Prendo spunto da una notizia apparsa sul Gazzettino riguardante la proposta di Confindustria di cambiare nome alla nostra provincia in Provincia di Belluno Dolomiti. Peraltro la stessa Associazione Industriali ha recentemente “cambiato nome”, fungendo da esempio, diventando Confindustria Belluno Dolomiti.
Sono convinto che la proposta contenga in sé un grande valore simbolico non solo per la provincia, ma per tutti i comuni che la compongono. Non sono per niente convinto invece che la cosa debba avere una qualche attinenza con il recente pronunciamento da parte dell’Unesco, con il quale le Dolomiti sono diventate patrimonio dell’umanità.
Mi terrei per ora lontano da questo abbinamento per il semplice motivo che in termini turistici, inutile negarlo, tra un po’ ci toccherà combattere contro l’idea che esistano, all’interno del “patrimonio Dolomiti”, aree d’elite (Trento e Bolzano) contrapposte con aree “più villiche” (noi). Potremmo pure tentare di convincere il turista che anche qui siamo “patrimonio dell’umanità”, ma al secondo giorno quest’ultimo si sarà già dimenticato, e con ragione, della storiella. E farà l’unica cosa che può fare un turista: cercare servizi che soddisfino i suoi bisogni (non solo corporali).
No, questo non è autolesionismo. Limitiamoci alle “apparenze”: provate a percorrere in auto il Centro Cadore e date un’occhiata alle bordure stradali (siamo alla fine di luglio). Neanche nella Slovenia di 20 anni fa riuscivi a vedere un tal senso di “abbandono”. Poi andate a Corvara e capirete perché, a livello di “sistema”, anche nelle Dolomiti ci sono aree di seria A e di serie B. Sia chiaro, questa logica si può applicare ad ogni cosa: qui, che spaventa, è il divario fra A e B.
Ma veniamo al Cadore ed in particolare a Lozzo di Cadore. Piccolo paese, come Borca di Cadore. L’Amministrazione di quest’ultimo, agli inizi di giugno, ha deliberato di chiamarsi Borca di Cadore Dolomiti, ne dava notizia ancora il Gazzettino. Bene, mi sono detto, prima Confindustria, poi Borca, pian pianino la cosa prenderà piede. A due mesi di distanza Vascellari, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, torna sull’argomento, incitando l’Amministrazione provinciale a muoversi nella direzione prospettata. Staremo a vedere.
Al riguardo sono andato a rileggermi uno dei punti del programma elettorale della lista “Per la Gente di Lozzo” in cui si indicava la necessità di:
- predisporre ed installare due tabelloni di benvenuto alle entrate del paese in cui siano chiaramente espressi i concetti di ladinità e di appartenenza alle Dolomiti
Niente di faraonico, un semplice segno, però di elevato valore simbolico.
Sarebbe davvero un grande marchio in grado di dare evidenza, oltre ogni immaginazione, anche alla popolazione locale, ma soprattutto al turista, della nuova vocazione turistica che con determinazione questo nostro paese vorrebbe far rifiorire.
Nell’ipotesi qui proposta, proiettata in occasione dell’incontro con la popolazione organizzato dal gruppo “Per la Gente di Lozzo”, costruita in fretta ed al solo scopo di far capire di cosa si trattava, avevo individuato tre messaggi da veicolare organicamente con il medesimo tabellone informativo:
- lo slogan distintivo a livello di area: Lozzo di Cadore il “Paese dei Mulini e degli Antichi Sentieri“;
- la chiara dichiarazione di appartenenza al Mondo Ladino;
- l’altrettanto chiara dichiarazione di appartenenza alle Dolomiti del Cadore.
Vascellari prova ad incitare la Provincia di Belluno, io tento di spronare la Maggio-Mino-ranza di Lozzo di Cadore.