il MultiPhysicsLab di Vallesella di Cadore e le moto da cross elettriche
E’ una sensazione entusiasmante, e vi prego di credermi, quella di sapere che a Vallesella di Cadore con il MultiPhysics Lab sta emergendo una specie di micro Silicon Valley che potrebbe scardinare l’immobilismo cui il tessuto sociale e produttivo cadorino sembra essersi assogettato. Vivere così vicino a questa vulcanica fucina di idee apre il cuore a nuove speranze. Essendo coautore del libro “Uomini e macchine idrauliche nel Cadore d’inizio Novecento” ho potuto verificare di prima mano la bontà del genio cadorino.
L’idea del MultiPhysicsLab (MPL) è, di per sé, assolutamente buona e potrebbe dar luogo davvero a uno scuotimento del tessuto cadorino. Siamo lontani dal terremoto di cui avremmo bisogno, ma ci possiamo accontentare. Tutto dipenderà da come il minestrone verrà gestito: sappiamo che potrebbe diventare (se già non lo è) una brodaglia. L’esempio del vicino “Distretto tecnologico trentino società consortile a.r.l.” può tuttavia essere di conforto.
Detto questo, succede che il MPL faccia anche delle pubbliche relazioni, per esempio con articoli sulla stampa locale come questo. Oltre a descrivere le qualità dello Sterling, il responsabile del MPL si avventura in questa affermazione:
[…] E poi, secondo Da Forno, vi sono molte altre applicazioni interessanti su cui potersi provare.
«Ad esempio a Vigo – ricorda – c’è un noleggio di moto elettriche da cross, silenziosissime, della società svizzera Quantya; una bella attrazione turistica perché consente, ad esempio, di raggiungere un rifugio nel silenzio quasi assoluto pur essendo in moto. Perché non puntare allora sulla navigazione elettrica nel lago di Centro Cadore? Potrebbe essere una bellissima iniziativa turistica».
Ora, a parte la pubblicità gratuita all’innovativo servizio di moto da cross elettriche, una cosa non riesco subito a capire: se le moto sono già prodotte dalla svizzera Quantya (seconda info subliminale), in che cavolo di ambito vorrebbe “potersi provare” ? Nella riduzione del 3% del peso del motore elettrico o applicandosi al miglioramento degli ammortizzatori della moto?
Inoltre, se il rifugio è raggiungibile in moto vuol dire che lo si può raggiungere anche in auto (in base alla attuale normativa): perché dunque non buttarsi a capofitto nel migliorare anche le celle a combustibile che utilizzano l’idrogeno per l’autotrazione?
Mi pregio sottolineare, infine, che anche i sentieri alpini per il raggiungimento dei rifugi di montagna che potrebbero essere percorsi dalle mountain bike, in realtà sono preclusi a questi mezzi per il semplice motivo che, in montagna, fino ad ora, l’incolumità degli escursionisti a piedi è ancora un valore.
Che valga davvero la pena sprecare tutta la materia grigia disponibile al MPL per rompere i coglioni a chi la domenica vuole farsi quattro passi in tranquillità senza essere inforcato dalle MTB o, peggio, dalle pur silenziosissime moto da cross elettriche?
Propongo, sfacciatamente, la pubblicità (eccezionale) della Nissan Leaf, auto elettrica un po’ costosetta ma che fa tanto bene all’ambiente (e anche alle tasche: 175 km con 1,5 €). Magari riesce ad ispirare …