Cadore, il regno delle graspe (1): scoperta l’esistenza della ‘Congettura dei Rifugi’
L’ispirazione da un commento del dott. Attilio:
Avarei bèlo liedesto 3 o 4 articoli del regno de le ciaspe, ‘na bela roba no beto ‘n dubio e lo digo sinceramente, ma sta de fato che pal momento a solo spostou al laoro da la piaza a monte, niente de pì.
La presenza di percorsi invernali segnalati (ma non necessariamente battuti ad hoc), è la normalità per tutti i territori che aspirino ad un minimo di mantenimento (non già sviluppo) della propria offerta turistica. E’ da registrare quindi positivamente il fatto che anche in centro Cadore si sia (temporaneamente) colmata questa lacuna seguendo l’esempio di Auronzo-Misurina, tardivo anch’esso ma perlomeno abbozzato negli ultimi anni.
Non posso tuttavia non registrare il colpevole ritardo, circa 20 anni, gli ultimi 10 coperti da infamia, con cui la carrozza si è mossa. Ritengo invece che l’utilizzo del “minoto delle nevi”, sulla cui utilità il Bim-Consorzio che ne è lo sponsor continua a far starnazzare i propri esponenti a libro paga, sia risibile (schei biciade via).
Nel 2003 è stato risolto uno dei più importanti problemi di topologia, la cosiddetta “Congettura di Poincaré“, che ha assillato i matematici per quasi 100 anni. Recentemente, a seguito del tentativo di vitalizzare un segmento promettente del turismo dolomitico, progetto conosciuto col nome “Cadore il regno delle ciaspe” (articolo dedicato all’evento: Il Cadore mette le ciaspe. Tutti a guardarlo. Sta ancora leggendo le istruzioni), si è scoperta l’esistenza di una nuova ed inquietante (per i matematici) congettura, la “Congettura dei Rifugi“.
Enunciazione della congettura:
I novelli ciaspisti che si fermano nei rifugi, lo fanno perché sanno che il rifugio è aperto o perché trovano la via battuta dal “minoto” delle nevi?
In altre parole:
i novelli ciaspisti suderebbero come tori da monta per salire “alla cima” se il rifugio non fosse aperto (ma la via fosse battuta)?
o anche, altrimenti,
quanti novelli ciaspisti è ipotizzabile che si avventurino su una pista battuta per superare 1000 m di dislivello se alla fine non trovano un rifugio aperto?
Concludendo, vuoi vedere che i Maghi del Marketing Territoriale (MMT) hanno speso 90.000 € (60.000 dei quali per il minoto) per battere i percorsi per poi scoprire che il turista-ciaspista dell’ultima ora si muove non tanto per questo, quanto per il brodo caldo che spera di trovare alla fine del percorso, battuto o non battuto che sia (dal minoto, giacché il 4° ciaspista troverà il percorso già battuto dai tre che l’hanno preceduto e così via)? Cazzo, questo non è forse il caso esemplificativo di una variabile “indipendente”?
Immagino che se ai rappresentanti dei MMT fosse posto il quesito riguardante la “Congettura dei Rifugi”, una probabile risposta potrebbe essere: “Pino dei palazzi …”