la lotta alle multe dell’amministrazione di Lozzo di Cadore
Nel tardo pomeriggio di giovedì scorso ho avuto un breve colloquio con il vicesindaco che mi ha pregato di segnalare che “sono 6 anni che la nostra amministrazione combatte la battaglia contro le multe”. Tutto ciò in relazione all’articolo mentre a Faé-Veleza si sbanca il territorio, la guardia comunale di Lozzo di Cadore è costretta a contare le macchine che passano per il paese da me scritto il giorno prima, nel quale sostenevo che, visto che palesemente la guardia comunale non presidia alcuna parte del territorio che non sia l’agglomerato urbano (paese), ritenevo che tutto ciò potesse essere motivato da “Perché faccia più multe, evidentemente”.
Questa mia opinione non sembra condivisa dall’amministrazione che, per bocca del vicesindaco, tiene anche a precisare che ci sono dei dati a dimostrazione della loro tesi. Ecco i dati fornitimi dal vicesindaco: durante l’ultimo anno di amministrazione di Alessandro Da Pra, l’introito per multe è stato di 45.000 €. L’anno successivo, il primo dell’amministrazione Manfreda, l’introito è passato a 15.000 € per stabilizzarsi poi, negli anni successivi, tra i 10 e i 12.000 €.
Preciso che il mio interesse è capire perché l’agente di polizia locale – guardia boschiva Achille Da Pra non presidia tutto il territorio del comune di Lozzo di Cadore ma solo e semplicemente la parte urbana, tra l’altro con direttive (se sono tali) alquanto discutibili. Quello delle multe quindi sarebbe un problema “accessorio” , ma visto che se ne vuol parlare parliamone.
La mia opinione. Achille Da Pra e Giuseppe De Polo, senza saperlo, sono stati fra i fautori del successo elettorale della tornata del 2004. La parte populista della campagna venne infatti incentrata sulla caccia alle streghe, in questo casi i “nostri vigili”, perché “bisogna dai na regolada”, “ades i fason vede noi chi che comanda …” oppure “no po ese i luore a comandà l paes”. Buttata in pasto ai lozzesi, insieme ad altre mille promesse, promissine, promissuccole, incoraggiata poi dall’ottimo porta a porta, ha sortito l’effetto che sappiamo.
Non mi meraviglio quindi che il vicesindaco abbia voluto precisare quanto da me riportato precedentemente, perché risponde a verità. A tutti dispiace vedersi appioppare una multa. Se poi si pensa e si induce a pensare che l’operato dei vigili sia “cattiverioso” (può darsi che per qualcuno lo sia stato; per me no), il gioco è fatto.
Qualche altra considerazione. Ciu poliziot is megl che uan: ovviamente in questo caso non è vero, nel senso che la riduzione dell’introito derivante dalle multe, segnalato dal vicesindaco, è anche imputabile al trasferimento ad altro incarico di Giuseppe De Polo. Se anche Achille Da Pra fosse stato trasferito l’introito per multe sarebbe chiaramente scomparso.
Ci sono poi da considerare le direttive impartite, che non conosco nel dettaglio, che condizionano la presenza dell’agente di polizia locale in determinati luoghi e nel rispetto di determinate fascie orarie. Mi spiego: se la maggior parte delle contravvenzioni avvengono a metà mattina e l’amministrazione impone alla polizia locale di essere presente in ufficio dalle 10.30 alle 11.30, è evidente che il numero di contravvenzioni caleranno. Ma calano perché non c’è la polizia, non perché la gente è più disciplinata.
Se poi la polizia non la fai lavorare il sabato e domenica, ma solo dal lunedì al venerdì è evidente che, anche in questo caso, le multe non possono che calare. Gli “sboroni” vanno in giro di sabato e domenica, di solito.
Dulcis in fundo. La patente a punti. L’introduzione della normativa (luglio 2003), a parte il primo periodo di rodaggio, ha portato ad una progressiva diminuzione delle infrazioni (ad eccezione di quelle per limite di velocità che da quest’anno sembrano in aumento, vedi autovelox).
In poche parole, a mio avviso, l’introito per multe si sarebbe comunque ridotto, anche se fosse continuata, tanto per dire, l’amministrazione Alessandro Da Pra. Ma se la diminuzione delle multe ottenuta in questo modo è ritenuta un vanto, allora può vantarsi anche quella casalinga che non ha un filo di polvere in giro perché la stessa è tutta sotto al tappeto.
Resta una certezza. L’agente di polizia locale-guardia boschiva espleta oggi la sua funzione solo in paese. Non lo si vede in giro per il resto del territorio (Pian dei Buoi per fare un esempio lampante). Più resta in paese più aumenta la probabilità che faccia multe (contro l’intendimento dell’amministrazione che le multe le vuole calare). C’è qualcosa che non va nel ragionamento: o c’è la paura che le multe extra-Lozzo possano essere più elevate di quelle in-Lozzo, e parrebbe veramente strano, o non si vuole che la guardia presidi il territorio.
Resta un dubbio. Chi è che non vuole che la guardia svolga il suo ruolo a 360 gradi? L’amministrazione o la guardia stessa?