il giallo pubblico a Lozzo di Cadore: la desertificazione ai piedi delle Dolomiti
Il cosiddetto “verde pubblico” può, con opportuni accorgimenti, diventare “giallo pubblico”. La desertificazione, sia chiaro, è uno dei più seri problemi dell’età moderna e l’espansione inarrestabile del Sahara è lì a dimostrarcelo. Tuttavia, qui ai piedi delle Dolomiti, pensavamo di doverci occupare più del dissesto idrogeologico che degli effetti della desertificazione.
No, non è per un abuso dell’uso che è nato il problema. La frequentazione dei “campetti” infatti, se per la parte sportiva (il campetto vero e proprio) vede una presenza discontinua ma costante di giovani virgulti, per quella a carattere più naturalistico-rilassante con funzioni di “parco” e verde pubblico la fruizione è, per così dire, omeopatica (per la verità nel tardo pomeriggio la presenza umana ha un sussulto …).
Le cause.
Prima fra tutte l’utilizzo del decespugliatore a filo per il taglio dell’erba. In quali altri casi il nome di un utensile può dirsi così onesto? De-cespugliatore: più onesto di così! Se poi l’operatore, durante la fase di taglio, inclina leggermente l’asse verso terra il gioco è fatto: si ottiene il dissodamento del terreno. Non oso poi, per carità di patria, entrare nel tema del “tempo richiesto” per il taglio dell’area con questo aggeggio. Sembra tuttavia che la presenza di “pietre” (in un’area pubblica dedicata al gioco dei bambini??) sia l’elemento che ne ha principalmente determinato l’uso.
Il secondo elemento è la scarsità delle precipitazioni. Di solito ci si aspetta almeno un taiemporalino quotidiano con “rosada” al seguito che invece, se non proprio occasionalmente, non ha fatto la sua comparsa. Nei dintorni, acquazzoni di rara intensità hanno rovesciato le cataratte del cielo (producendo anche seri danni), ma Lozzo per ora (e solo per ora) è stato risparmiato.
Il terzo elemento è la mancanza di un adeguato innaffiamento. Non si parla di provvedere ad un innaffiamento quotidiano, ma un aiutino, stante anche l’abbondanza d’acqua nella rete idrica che per ora ci è concessa dalla divina provvidenza, sarebbe gradito (in particolare dall’erba).
Ci sarebbe anche l’influenza generale di “El Niño”, che comunque si riflette nella scarsità delle precipitazioni, elemento in parte già considerato.
Soluzioni
Effettuare il taglio dell’erba con un rasa-erba o tosa-erba (anche questi “utensili” hanno un nome che aiuta ad immaginarsi le modalità d’utilizzo); non avendo la necessità di giocare a golf, si può preferire un’altezza di taglio (su queste macchine facilmente regolabile) che aiuti a trattenere quel po’ di umidità da condensazione, benefica per l’erba.
Provvedere all’innaffiamento (saltuario, alla bisogna):
- ricorrendo alla forza lavoro a disposizione dell’amministrazione;
- chiamando a raccolta i pensionati più sensibili all’utilità del verde pubblico ai quali affidare questo compito;
- chiedendo a Mario, che già innaffia manualmente il campo sportivo se, con piccola integrazione compensativa da erogarsi secondo modalità tutte da inventarsi, può estendere il servizio anche all’area dei campetti (l’idrante c’è);
- facendo intervenire a turno i consiglieri della nostra amministrazione;
- chiedendo al sindaco di Calalzo se, dopo aver fatto il giro con la spazzatrice per le vie calaltine, può darci una mano qui a Lozzo a bagnare il “giardino di casa” (solo dopo aver ricevuto il diniego da parte dei consiglieri lozzesi);