sarà Provincia di Belluno Dolomiti? (un anno dopo)
Gidoni e Paniz si scoprono maghi del marketing territoriale. Presentando un progetto di legge per il cambio del nome della provincia da Belluno a Belluno Dolomiti, i due hanno così sentenziato:
E’ un’efficace azione di marketing territoriale – convengono – che servirà non solo ad identificare le Dolomiti con la nostra provincia, ma anche ad accrescere il senso di appartenenza tra gli stessi bellunesi.
Quindi non solo maghi del marketing ma anche valorizzatori dell’identità e del senso di appartenenza. Perché, nel nome, non ci aggiungete anche “autonoma“, così i bellunesi il giorno dopo l’approvazione potranno sentirsi padroni (virtuali) delle proprie scelte?
Già il comune di Borca (9 giugno 2009) aveva fatto la scelta di aggiungere “Dolomiti” al proprio nome (decisione che non ha niente a che fare con la procedura necessaria per cambiare il nome “ufficiale” con cui lo Stato riconosce un proprio comune). Il mese successivo si aggiungeva Valentino Vascellari, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, che sollecitava l’amministrazione provinciale ad adottare, seguendo in ciò Confindustria che l’aveva già fatto, la dicitura “Belluno Dolomiti”. Alcune considerazioni espresse mi diedero lo spunto per scrivere l’articolo “sarà provincia di Belluno Dolomiti?“.
Cosa penso? Lasciate perdere quello che dicono i due maghi del marketing territorial-politichese. Ci vuole meno tempo a spiegare al sindaco di Lozzo di Cadore che i pieghevoli fotocopiati costano di più di quelli stampati in tipografia che ad ottenere il cambio di nome ipotizzato dai due guru (il che è tutto dire).
Abbiamo un referendum da fare. Abbiamo 8000 firme da raccogliere. Abbiamo uno Stato da allontanare dal nostro futuro. Abbiamo la nostra Autonomia da conquistare.
Alla società civile dico semplicemente “lasciateli perdere, non sanno quello che fanno”. Dico anche che non c’è bisogno di aspettare che lo Stato dica che “si può” usare Belluno Dolomiti. Facciamolo, come ha già fatto Confindustria Belluno Dolomiti, come ho già fatto io nel sito che descrive Lozzo di Cadore Dolomiti. Lo si fa e basta, chiuso, finito. Secondo voi, se tutti i turisti che giungono in Cadore trovassero un cartello di benvenuto come da me ipotizzato nell’articolo (29 luglio 2009) Lozzo di Cadore Dolomiti , tornerebbero a casa con il concetto espresso ben chiaro in mente o avrebbero bisogno, per crederci, di sentirselo dire dal TG1 di Minzolini (dopo l’iter parlamentare durato 22 anni)?
Un augurio mio personale: che il sindaco di Lozzo, il meno dolomitico di tutto il Cadore (in virtù dei natali in terra pugliese), possa giungere per primo alla installazione del cartello. Sappia da subito però che qui siamo in terra ladina e, quindi, oltre a dolomitico dovrà comparire anche ladin.