L’INCUBO OPPRIMENTE DELL’ORSO RUSSO
di Giuseppe Zanella
Vladolf Putlher (“anagramma” quanto mai appropriato riferito al despota il cui vero nome fa Vladimiro Putin) riassume in sé la teoria degli opposti estremismi che, ad un certo momento storico, tendono inevitabilmente a convergere al fine di soddisfare le bramosie di un potere dispotico ed irrazionale ma quanto mai autoreferenziale e molto pericoloso, anche se, alla fin fine, illusorio. L’uomo del Cremlino, insomma, da dichiarato estimatore di Josef Visarionovic Dzugasvili Stalin, assorbe ormai nella sua persona tutte le peggiori isterie e le (fallaci) volontà di dominio planetario proprie delle due massime espressioni ideologiche del secolo scorso: il marxismo sovietico ed il nazifascismo germanico: riedizione estemporanea del patto antistorico Ribentropp-Molotov. E pensare che l’oligarca russo accusa di nazismo gli ucraini!!… Forse egli dovrebbe guardarsi allo specchio e studiare un poco di più la storia, facendo magari un serio esame di coscienza, dal quale potrebbe scaturire una presa d’atto circa un comportamento basato solo su incoerenza e su ipocrisia davvero insopportabili.
In data 14 Marzo scorso, su questo stesso bloz, scrivevo un articolo dal titolo “Che avrà mai in mente lo zar russo?” ed in tale scritto mettevo in evidenza le contraddizioni dell’egoarca vecchia edizione (che riteneva di dover magari aderire alla Nato) e dello stesso egoarca nuova maniera che giustifica ora il suo abominevole comportamento hitlerian-staliniano manifestato con la invasione di una nazione sovrana, che egli vede come acerrima nemica in quanto basata su principi democratici e quindi antagonista ed avversaria della propria ‘autocrazia’. Un conflitto esasperato ed esasperante, spinto oltre ogni limite con atti di criminaltà ed efferatezze inaudite, perfino con il ricorso a minacce dell’uso dell’arma nucleare; ormai non si contano più gli eccidi e le atrocità commesse da un esercito che ricorre ormai abitualmente alla tortura, agli stupri, ai saccheggi e alle deportazioni. Ed il tutto ricorda le esperienze già vissute dal popolo ucraino sia per mano di Stalin ed accoliti vari prima e dopo la così detta ‘ guerra patriottica’, come da parte della masnada nazifascista (Baby Yar, guarda caso, è giusto nelle vicinanze di Kiev!).
Nel mio precedente intervento dicevo delle caratteristiche delinquenziali del soggetto, che si erano manifestate già all’atto della ascesa, inattesa e subitanea, al potere: parlo del suo comportamento nelle aggressioni alla Georgia, alla Cecenia ed alla Siria e delle poco chiare ‘manovre’ frutto di una “strategia della tensione” sfociata negli attentati sofferti dal popolo russo in patria e della loro oscura natura, presumibilmente atta a giustificare gli orrori, le devastazioni e gli eccidi perpetrati nelle tre nazioni martirizzate con la più bieca brutalità. E l’Occidente è stato silente, ha guardato dall’altra parte; noi italiani poi, siamo stati forse i più grandi estimatori di un tale soggetto: basti ricordare la stretta amicizia che ha legato il satrapo russo al tycoon arcoriano (con corollario di affari di dubbia natura, con il regalo del famoso ‘lettone’ e le simpatiche feste organizzate sulle nevi dell’Artico o sulle spiagge sarde); per non parlare poi di tale Salvini Matteo e le voci ricorrenti di presunti finanziamenti disposti dall’egoarca a favore di certo sovranismo italico.
Ebbene, il tycoon ha atteso settimane prima di esprimere a denti stretti un certo dissenso a proposito dell’invasione russa ai danni della Ucraina; l’altro soggetto nostrano continua a giocare molto sull’equivoco di un pacifismo non molto convincente ed ora plaude perfino agli interventi di papa Francesco di ben altra caratura e motivazioni ideali. Va anche precisato che il nostro ‘Vladolf’ si è da sempre distinto per la repressione del dissenso interno: giornalisti uccisi, oppositori avvelenati con il polonio; oligarchi ex amici e suoi ex sostenitori forse ‘suicidati’ con le loro famiglie, il tutto in modo oscuro e tale da suscitare non pochi dubbi e perplessità circa le versioni ufficiali fornite dalle autorità della federazione russa. Alcuni generali sono poi spariti dalla scena pubblica, forse per la non brillante prova fornita da un esercito rivelatosi alquanto privo di strutture logistiche efficaci; numerosi altri generali ed ufficiali superiori dichiarati vittime di guerra: ma sarà veramente così?
Se a questo aggiungiamo le false motivazioni addotte al fine di giustificare la invasione, il quadro diventa veramente opprimente e desolante per un ex impero… L’argomentazione circa l’accerchiamento paventato da parte della Nato appare non congruo e non credibile, posto che altri stati confinano con la Russia ed aderiscono da tempo all’Organizzazione di Difesa Nord-Atlantica. Mi sovviene, a questo proposito, l’assunto di Enrico Berlinguer che preferiva vivere sotto l’ombrello Nato piuttosto che sotto quello del Patto di Varsavia. Trascorsi alcuni decenni da quella affermazione, ecco che tale Matteo Salvini proclama l’esatto contrario, ritenendosi più sicuro a Mosca che in Occidente…
Ma, al di là di tutte le argomentazioni possibili su quanto sta avvenendo, resta un punto fermo da sottolineare. In questa vicenda, piaccia o non piaccia, esiste un aggressore ed un aggredito e l’aggredito ha tutto il diritto di difendersi. Certo, è auspicabile un cessate il fuoco ed una urgente trattativa di pace. Il rebus però sta tutto nel fatto che per trattare bisogna essere in due e qui una parte non ci sente proprio da quell’orecchio. Si parla tanto di non fornire armi all’aggredito: così facendo però, a questo punto, l’alternativa sarebbe la resa con la conseguente scomparsa della Ucraina come entità indipendente e la reale possibilità che altre rivendicazioni vengano avanzate dall’egoarca di Mosca. Se invece ci fosse un riequilibrio delle forze, forse il nostro ‘Vladolf’ sarebbe costretto a sedersi seriamente ad un tavolo e trattare il cessate il fuoco ed una pace onorevole, e questo al di là delle provocazioni ‘energetiche’ o del minacciato intervento con armi nucleari, entrambi da ritenersi autentici ricatti, forse dei veri e propri ‘bluff’.