covid-oca
Mentre a Roma un covidiota qualsiasi gioca a fare il faraone o, al meno, il satrapo che ostenta con merdosa superbia il suo dpcm natalizio, col Parlamento muto (a parte una scaramuccia d’ordinanza della serie “ehi, siamo qua, non ci siamo ancora decomposti!“), a Venezia ci si trastulla col gioco dell’oca, ma digitale eh!
Mentre a Roma si fa strame dei piccoli comuni e della popolazione che li abita (tutti in casa il 25, 26 e primo dell’anno anche se i tuoi congiunti sono nel paese vicino, come capita spessissimo), mentre il satrapo sventola il vaccino via TSO -trattamento sanitario obbligatorio- nel caso in cui la curva dei contagi sfuggisse al controllo (controllo de che? Ma se in questi mesi pre-ondata hanno solo blablato come galline, chi di loro potrà mai aspirare a tenere sotto controllo “la curva”?) a Venezia si aspetta e spera in un ravvedimento sulla chiusura dei comuni e, nel frattempo, ci si consola ritirando i dadi: “prova ancora, sarai più fortunato”.
Ma non diceva, Zazzaballa, che i bambini, molto più seri dei loro genitori e di noi tutti, c’erano di esempio nel comportamento da tenere nei confronti dei coviddi? Quanti tweet “coi putei”! Zazzaballa, è ora suonata di finirla di trascinare i bambini in queste storie.
Torna indietro di sei caselle, non sei stato abbastanza lontano dai tuoi consimili. Hai capito si o no che devi rispettare il distanziamento? Zio can! E’ così che prepariamo le nuove generazioni alle sfide del futuro.
Oh noooo! Vi siete strofinati gli occhi con le mani sporche. Tornate alla casella 10!
Ottimo lavoro! Hai starnutito nell’incavo del gomito: puoi avanzare di 5 caselle!
Zazzaballa e Zazzaloca, un furore ideologico rivoluzionario.
(alla prossima iniziativa zazzaballese: radicchio di Treviso con zenzero, panacea contro i coviddi)