Padrin, Brusaferro, Bombolo e la montagna sicura
I criceti hanno iniziato un nuovo ciclo di corse. In una di queste corse tale Padrin, evocando una campagna promozionale che faccia leva sulla montagna sicura (sullo sfondo del coronavirus), tira per la giacchetta tale Brusaferro (neretto mio):
«Proprio per questo, la Provincia e la Dmo lavoreranno insieme, in collaborazione ai consorzi turistici delle diverse vallate bellunesi per non perdere la prossima stagione estiva. Anzi, per portare avanti una campagna promozionale che faccia leva sulla montagna sicura. Lo ha detto nei giorni scorsi anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e teorico del distanziamento sociale, “in montagna il rischio di contrarre il virus è piuttosto basso, mentre se si va in contesti affollati è diverso”. […]
Ora, capite che imperniare una campagna dove, pur in sottofondo, il messaggio sarebbe “qui muori con meno probabilità” (ammesso che la supposta “maggior sicurezza in montagna” abbia un fondamento), non è proprio una scelta felice. Né per il rispetto alle vittime che ci sono state e ci saranno, né per la valanga di positivi che da Cortina sventolano bandiera… nera.
Va poi detto che definire Brusaferro teorico del distanziamento sociale è come definire Bombolo teorico della gravitazione universale, o il gondoliere teorico del galleggiamento, o il becchino teorico del trapasso.
Infine, tenetevi forte (dalle sardoniche risate), tale Brusaferro ha poi precisato che quel “Meglio andare in montagna era una battuta, non uno spot”. Anche perché quelli di Jesolo e Bibione ti potrebbero strappare i coglioni senza neanche chiederti il permesso.
“Meglio andare in montagna? Era una battuta – ha precisato Brusaferro – non uno spot.
Ma meglio non dirglielo ai criceti, sennò perdono il passo.