i fassistelli dell’ #iorestoacasa
Ancora: niente contro il cosiddetto distanziamento sociale, essendo pratica ovvia che non ha bisogno di peiper per essere capita (peiper: paper: Nell’editoria accademica una pubblicazione scientifica (in inglese scientific paper)[1] è uno scritto redatto in modo oggettivo, bla bla…).
fassistello: un fascistello cui si concede l’attenuante della candida ingenuità, della profonda ignoranza, della più squisita ipocrisia.
Dall’oceanica incompetenza sulla quale galleggia il governo italico, composto da veri scappati di casa e da consunti piddini dediti al reciproco spidocchiamento, era apparsa una inezia di ragionevolezza riguardante la possibilità, per un solo genitore, di poter far sgranchire il figlioletto per le strade della repubblica bananiera. La misura riconfermava anche la possibilità di svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione.
All’apparizione di cotanta ardita precisazione, i fassistelli de noantri si sono scatenati in una gara all’ultimo respiro contro il provvedimento al grido di “non dobbiamo abbassare la guardia”.
Il fassistello è persona dalla cupa e opaca esistenza che, conscio della propria nullità nello stanco e quotidiano trascinarsi cui la realtà lo costringe, al sopraggiungere di queste situazioni si anima e diventa un intransigente baluardo della responsabilità. Dà perciò mostra della propria adeguatezza e prova della propria virtù additando al pubblico ludibrio gli infedeli che, pervasi dal demonio, hanno la sfrontatezza di programmare una passeggiata (ovviamente nel rispetto del cosiddetto distanziamento sociale).
I suddetti fassistelli, inclini a mettere le proprie libertà sotto le scarpe in cambio di un paradiso di ugualitarismo idiota, godono a restare a casa, godono di più a vedere gli altri restare a casa, godono di più ancora quando possono chiamare la mamma additando lo screanzato passeggiatore. Vanno capiti: per sentirsi vivi hanno bisogno di avere un collare: se non ce l’hanno lo cercano disperatamente.
I peggiori tra loro, quelli più incalliti, nel mentre si affaccendano a far presente che anche l’assessore alla sanità della Lombardia si è “ribellato” a queste misure “libertarie”, non sembrano rendersi conto che la gestione lombarda ha portato al crollo la capacità sanitaria di quella regione, lasciando i propri operatori sanitari senza protezione per lungo tempo, lasciandoli peraltro scorrazzare tra case di cura e ospedali tanto da portare al 41% i casi di contagio ospedalieri. Questa Regione che a loro sembra piacere così tanto, non ha ancora idea né dei contagiati né dei morti non rilevati. Però all’assessore, dall’alto di questa catastrofe organizzativa nella quale è stato fagocitato, prudono le mani non solo al pensiero che la gente possa fare un po’ di attività motoria ma anche a quello di un genitore che fa due passi col proprio figlioletto.
Il fassistello lo riconosci subito: è quello che per vent’anni fa il fassistello e poi, nel giro di un’ora, te lo ritrovi col fazzoletto rosso al collo. Basta che l’autorità sventoli da altra parte e il fassistello cambia direzione. In Italia questa volta non succederà perché è tale la marea di merda che sta montando che è sempre opportuno avere un osso da gettare ai cani.
Perché in Italia la mortalità è dell’11% e in Germania dello 0,8%? Chiedetelo al fassistello: con il coraggio che gli è proprio, vi dirà che lassù i runner sono stati chiusi in casa mentre da noi hanno potuto scorrazzare liberi per troppo tempo.
Un fassistello è per sempre.
via @lefrasidiosho