è finalmente riapparso il sorriso della margherita
Questa mattina ho telefonato in Comune e mi è stato riferito che lo striscione turisticamente disinformativo è finalmente stato tolto. Scherzando, il mio interlocutore mi ha detto: “Adesso puoi anche scrivere Evviva! sul blog”.
Facciamoci un’altra domanda: quanto altro tempo sarebbe stato esposto quello striscione?
E ancora: possiamo davvero essere sicuri che una pur banale “dimenticanza” come questa, non possa avere qualche sorta di conseguenza, in quello che si può definire “immaginario collettivo del turista“?.
Buona parte delle risposte che dò alle mie domande risultano dal mettermi “nei panni di”, in questo caso nei panni del turista. E’ sì, perché non possiamo misurare le cose con le nostre abitudini.
Quando io faccio il turista e mi approssimo al luogo in cui intendo passare la giornata, divento un “radar” e scandaglio tutto quello che mi passa davanti agli occhi di automobilista. Ma, guarda un po’, questo non è un mio comportamento specifico, ma riflette il comune atteggiamento di chiunque faccia il turista.
Che cosa penseremmo, noi turisti di passaggio, se vedessimo oggi, 16 luglio 2009, a Sesto Pusteria, uno striscione informativo che ci invita a visitare una mostra chiusa il 26 aprile 2009 (e che sia chiusa te lo dice proprio lui, lo striscione, come conseguenza del tempo trascorso da allora)?
Varda sti cruche, i à tanto n bel parlà de turismo e dopo????? noi ciata gnanche al tempo de …… Questo, penseremmo. Non per questo dovremmo ritenere che tutto funzioni così, è chiaro, ma intanto inizierebbe a serpeggiare in noi una prima forma di dubbio.
Lo striscione obsoleto è stato rimosso; la margherita può ricominciare a sorridere. Bene. Anzi, Evviva!
P.S. devo ammettere che nello scrivere i due articoli precedenti sull’argomento striscione (primo – secondo) sono incorso in un dirompente conflitto di interessi, che la mia coscienza mi impone ora di chiarire. Non mi sarei mai e poi mai interessato di questa cosa se, nel lontano maggio del 2002, cogliendo una necessità espressa dal direttivo dell’ Associazione Latteria Sociale, quindi del Museo della Latteria, non avessi creato io questo striscione.
Non fu una grande fatica, lo ammetto. Un po’ più faticosa fu la messa in opera sul tabià, cui non riuscii comunque a sottrarmi (preciso che gli striscioni sono due, uno per lato). Il tutto per cercare di intercettare l’attenzione dei turisti in transito (verso altre mete), su alcune offerte turistiche di pregio che Lozzo può vantare.
Ah, me ne stavo dimenticando, tutto rigorosamente frutto della mia opera di volontariato. Ecco perché ho, volontariamente, protestato. Solo puro orgoglio personale.