Zaia e le sturmtruppen: “Qvesti zono i Veneten”
Nuovo episodio della deriva romantico-sentimentale che Zaia ha inforcato da mo’ per ammiccare alle sterminate praterie di semi-idiotes che costituiscono le periferie dei social. Alle pillole mielose riguardanti le tartarughine o le stelle cadenti, perlomeno quelle autunnali (ché quelle invernali se l’era dimenticate), il nostro dispensa sapientemente quelle a sfondo regional-patriottico al grido di “Questi sono i Veneti!”.
Era già successo in occasione di un po’ di terra franata da qualche parte e prontamente sgomberata (dove si mostrava la foto del prima e del dopo) e in occasione della sistemazione di un trattino di strada tra Misurina e Carbonin portato via dal maltempo di fine ottobre. In quella occasione, per carità di patria, mi sono solo fatto una grassa risata ma non ho segnalato ai posteri l’invettiva patriottica. Comunque, chi cavolo volete che si interessi di rifare una strada di Veneto Strade: lo Spirito Santo, suor Nausica con le altre suore del Monte Bergamone, la Società bocciofila di Porto Tolle?
Nella versione patriottica il nostro, da ultimo, al grido di “Questi sono i Veneti!”, ha pubblicato un tweet con allegato un filmato (sotto solo il fermoimmagine, qui il tweet originale):
“Sabato 2 febbraio, a Nebbiù di Pieve di Cadore, operai al lavoro sotto una pesantissima nevicata per ripristinare i boschi devastati dal maltempo!”
Ora, si dà il caso che il sottoscritto (io, me medesimo) ogni tanto faccia visita a un amico a Valle di Cadore. Ho il vezzo di salire a Nebbiù e scendere poi verso Valle passando proprio a lato della zona riportata nel video. Vi posso assicurare che lì di “veneto” non c’è proprio niente e nessuno (a parte i soliti curiosoni). Il camion che si vede nel video ha targa austriaca e anche le maestranze sono austriache (forse anche bosniache o di altre genìe balcaniche, ma certamente non venete).
Riguardo alla “pesantissima nevicata”, le immagini sono più che eloquenti: l’accumulo di neve in giro è banale, il camion è “pulito” e c’è qualche fiocchetto di neve (con una pesante nevicata il camion lo vedreste appena: credetemiammè). Caro governatore, vuole vedere lo spessore di alcune nevicate di un certo peso? Del resto cosa vuoi che facciano questi operai il sabato, lontano da casa, se non lavorare: l’alternativa, cui comunque prima o poi non si sottraggono di certo, è trastullarsi con malto di orzo e frumento (per i diversamente comprendenti: bere birra).
Gli operai (austro-ungarici) sono al lavoro per il semplice motivo che sono pagati per farlo. Se li pagassero per pisciare nel lago, quelli piscerebbero nel lago. Punto.
Se invece il motto “Questi sono i Veneti” fosse riferito alla capacità dei veneti di organizzare e spianare la strada a ditte austriache variamente specializzate, be’, speriamo che tutto ciò sia di buon auspicio per il futuro. Non dobbiamo infatti trascurare che è passato mezzo mese di novembre (la prima metà, dopo Vaia, lasciamola perdere perché le istituzioni ubriache si stavano orientando…), tutto il mese di dicembre e tutto gennaio – un periodo nel quale siamo stati graziati dal meteo con zero precipitazioni – nel quale abbiamo tuttavia assistito all’inerzia della tanto decantata “macchina da guerra dei veneti”, all’emergere di uno stuolo di ma-mi-mo-se-forse-però-dipende per giungere, verso la fine di gennaio, alla nomina d’imperio da parte della giunta veneta dei sindaci agordini quali soggetti attuatori per le operazioni di pulizia delle aree soggette a schianti.
Insomma, poche idee ma ben confuse. Suvvia, Governatore, diamoci una scrollatina: tra un po’ arriva il carnevale e noi vorremmo poter distinguere le cose serie dalle carnevalate.