metti caso che mi pensi, e non me lo dici. Che mi pensi a fare?
L’assessora regionale ai trasporti Elisa De Berti dà l’idea di essere un po’ allegrotta (se non altro in questo passo dell’intervista)!! No perché, se bastasse la vittoria del sì per diventare autonomi (metti caso che il 22 ottobre…), potremmo festeggiare fin d’ora invadendo piazze e contrade d’ogni borgo, brindando con fiumi di vino e birra fino a far ingrossare la Piave.
Dico di più: se la competenza sui trasporti fosse “il problema”, che cavolo vuoi che ce ne fotta del treno se dall’altra c’arrivasse l’autonomia (ma non la sfumatura n. 13 tra le 50 possibili: noi pensiamo all’autonomia finanziaria, cui legare tutte “le altre”).
«Metti caso che il 22 ottobre la Provincia di Belluno diventi autonoma. Certo non subito, ma tra le richieste della Provincia c’è la competenza sui trasporti. Bene, Palazzo Piloni quale mobilità vuole gestire? Anche i treni? Mi pare di sì. Ebbene, se così fosse, la gestione del Treno delle Dolomiti passerebbe evidentemente da Palazzo Balbi a Palazzo Piloni, almeno per tutta una serie di aspetti».
Consoliamoci: abbiamo scoperto che l’assessora ha un forte senso dell’umorismo involontario (o sarà mica una velata minaccia?).
(tra parentesi, come si suol dire: il sottoscritto ritiene che il treno sia un bel giocattolo, come i mattoncini Lego, ma che quello delle Dolomiti sia una bella favoletta destinata ad entrare nella mitologia dolomitica: un bel dì troverò tempo e voglia per argomentare questa mia convinzione)