fogno o son desto? (delle vicissitudini fognarie accanto al Rio Rin)
di Claudio Calligaro
Per la prima segnalazione di quest’oggi vorrei partire dall’immagine che accompagnava l’articolo apparso sul Gazzettino di Belluno il 25 marzo scorso, che il BLOZ ha a sua volta messo in evidenza, che dava conto delle mie perplessità (espresse puntualmente nell’articolo a briglie sciolte…) sugli interventi svolti lungo il corso del Rio Rin, in particolare riguardo alla situazione delle briglie.
In tale immagine appariva centralmente, sul lato sinistro, un “cubo di cemento”, laddove passava la linea dello scarico fognario prima che la brentana se lo portasse via. Da tale cubo – in realtà un chiusino posto lungo lo scarico – spuntava lateralmente, come si evidenzia nelle immagini che seguono, un innesto a curva. A che serviva questa curva?
Era una specie di valvola di “troppo pieno”. Eh, sì! Lo scarico fognario a valle di questo chiusino, per chissà quale ragione, con flussi di scolo sostenuti… rigurgitava e si riempiva di brutto fino a “far saltare” i chiusini d’ispezione (invece di confluire nell’impianto di depurazione). La soluzione trovata per ovviare al malfunzionamento fu geniale: il cubo col buco. Il flusso che occasionalmente tornava indietro (flusso di ritorno) riempiva il tubo fognario fino a trovare la curva, dalla quale usciva per finire nel Rio Rin.
Un bel dì, mentre rimiravo i lavori in fase di svolgimento lungo il Rio Rin, trovandomi a pochi metri da una riunione “sul campo” alla quale partecipavano “personalità e tecnici”, sento pronunciare questa frase: “… e poi lì bisognerà rimettere a posto quel troppo pieno…“. Così, sentii il bisogno di intervenire: “Eh no, cari signori, visto che la brentana ha messo buona parte dello scarico “con le gambe all’aria”, a quel malfunzionamento dovrebbe essere trovata una soluzione definitiva, non palliativa com’è quella del troppo pieno”. Cosa sia stato deciso al riguardo non si sa. Tutto ciò detto… solo perché si sappia.
La seconda segnalazione consegue alla prima. Dal giorno della brentana (4 settembre 2016), per tutto il periodo dei lavori (sospesi circa a metà dicembre) fino ad oggi, lo scarico fognario è stato gettato nel Rio Rin con, immagino, grande sollievo dell’impianto di depurazione che quell’acqua nera non la deve più trattare. Provo a immaginare cosa sarebbe successo se ad inquinare un corso d’acqua come il Rio Rin, come sta succedendo ora, fosse stato un privato, anche solo con un… tubicino.
Inoltre va ricordato che tutti gli utenti che, in forza di un obbligo istituzionale, essendo collegati alla fognatura pubblica, pagano tale servizio di smaltimento in bolletta al Gsp, lo stanno facendo anche se il medesimo non è per nulla erogato. Anzi, pagano per inquinare (e non viceversa). Tutto ciò detto… solo perché si sappia.
Ora, va bene la cosiddetta “emergenza”, ma che da allora lo scarico fognario sia ancora… a cielo aperto, non mi sembra sia una gran bella figura.
(per chi sostiene che l’acqua in fuoriuscita dalla fognatura si può quasi bere, allego anche qualche foto dalla quale si può dedurre che no, meglio non berla, quell’acqua…)