che c’azzecca la Torre dei Scarperi con malga Nemes?
LaStampaMontagna, avventurandosi in liete descrizioni di mete turistiche, offre spesso pagine con perle di acuto lirismo. Per dire, eccone una piccina tratta da un articolo apparso ieri riguardante Sesto (neretto nostro, anche in seguito):
…tra mondo germanofono e italiofono, tra il Cadore e la Val Pusteria.
Basta e avanza italofono. Nello stesso articolo ce n’è un’altra, un po’ più grossa:
L’economia di sussistenza dei contadini locali non è cambiata molto, nonostante oggi la voce più importante dell’economia locale è il turismo, da quel lontano 965 in cui compare per la prima volta il toponimo Sexta, […]
Lasciamo anche perdere il congiuntivo (“sia” al posto di “è”: a me sembrasse che suonasse meglio “nonostante oggi la voce più importante dell’economia locale sia il turismo”; vi paresse anche a voi?), e concentriamoci sull’economia di sussistenza e su quel lontano 965, dal quale ci distanziano più di mille anni. Ora, il Treccani ci dice che “l’economia di sussistenza”…
In partic.: a. Nel linguaggio econ., economia di s., quella che caratterizza le società primitive, fondate sulla proprietà comune dei mezzi naturali di produzione, in cui si produce, senza variazioni quantitative o qualitative, ciò che è sufficiente alla riproduzione della società stessa.
Provate, se vi aggrada, a recarvi oggi dal villico pusterese a vedere con i vostri occhi se “l’economia di sussistenza non è cambiata molto” (da quel lontano 965, ma anche da dieci anni a questa parte).
Ma LaStampaMontagna offre anche perle iconografiche; sempre ieri, tema “Con le ciaspole alla Malga Nemes”: che c’azzecca la Torre dei Scarperi – che è a “soli” 11 km di distanza in linea d’aria e comunque non visibile – messa in bella mostra proprio sotto il titolo??