pedaggio Tre Cime: ti danno anche un pieghevole… /ter
(terza breve precisazione leggendo qua e là il pieghevole della “Strada panoramica delle Tre Cime”: qui la prima parte del post e qui la seconda)
Dice ancora il pieghevole che:
“Nei pressi della Forcella Lavaredo, c’erano due lapidi, collocate nel 1700, raffiguranti il leone della Serenissima Repubblica di Venezia e i gigli di Maria Teresa d’Austria che costituivano l’allora confine di Stato”.
Le lapidi erano davvero poste nei pressi della forcella Lavaredo, incastonate – più precisamente – nella roccia alla base della Piccolissima: anzi, meglio, della Minima. Ma anche riguardo alla data di collocazione degli stanti, così erano chiamati i termini posti a definire la linea di confine tra i due stati, si può essere leggermente più precisi (la sanno anche le marmotte del Pian di Lavaredo, che si tramandano quella data di generazione in generazione).
Lo stante numero 12, quello alla base della Minima, fu collocato nel 1753 (insieme a tanti altri in altri luoghi…), anno inciso sopra le lapidi (sparite nel corso della Grande Guerra, di esse si distinguono solo le nicchie dov’erano incastonate), insieme ad una croce, alla lettera L e al numero dello stante, il 12, il tutto colorato in rosso e leggibile ancor oggi.
Ma, per la precisione, “nei pressi della Forcella Lavaredo” c’erano altre due lapidi (o scudi), costituenti lo stante n. 13, poste sul lato est della forcella (“dirimpetto” allo stante n.12), alla base della parete della Croda Passaporto (leggermente a sud dell’entrata della galleria del Passaporto). Anch’esse sparirono durante il conflitto ed oggi, dello stante, si possono osservare le nicchie, il numero 13, la croce e il “millesimo” 1753 (la lettera M, invece, non fu mai incisa).
(foto sferica alla base della Minima, sotto lo stante n.12, “nei pressi di Forcella Lavaredo”; eventualmente zoomare per ingrandire)