pedaggio Tre Cime: ti danno anche un pieghevole… /bis
(al rif. Lavaredo, seduto davanti ad una weiss in bottiglia, ché quella alla spina non c’era più, leggendo qua e là il pieghevole della “Strada panoramica delle Tre Cime”: qui la prima parte del post)
Poteva essere dipinta come una leggenda, come una convinzione radicata nel lontano passato, così da indurre nel lettore un sorriso benevolo. Da come è invece stata posta, sembra proprio che ci sia qualcuno che ci crede.
Si tratta della linea di confine tra i comuni di Auronzo e Dobbiaco che passa per la cresta delle Tre Cime. Dice il pieghevole che “la linea di demarcazione è tuttora controversa“, ma noi – umilmente – non ne abbiamo notizia alcuna (non per questo luogo). Dice inoltre che:
C’è chi sostiene che, essendo le cime strapiombanti sul versante di Dobbiaco, se si traccia la linea perpendicolare dalla cima ai ghiaioni sottostanti, la così detta “goccia d’acqua”, anche le pareti rivolte a nord e le loro basi apparterrebbero ad Auronzo.
Una fervida immaginazione, ed una più forte auronzicità da rivendicare con fermezza.
Ma correndo il confine sulla linea di cresta, sullo spartiacque, è evidente – anche ricorrendo all’immagine delle pareti nord che compare a fianco dello scritto – che la “goccia d’acqua” cadrebbe ben più arretrata rispetto alle basi delle pareti. Se qualche dubbio – lì per lì – si può avere per la Grande, non v’è certamente dubbio alcuno per la Ovest, la cui cima (e spartiacque) è fortemente arretrata rispetto alla sua base.
Ma anche immaginando, per assurdo, che un ipotetico antro naturale alla base della Grande possa spingersi ben oltre la linea della “goccia d’acqua”, con quale buon senso si potrebbe pensare che quel territorio sia auronzano se, per giungervi, non avremmo altra via che calpestare quello doblacese? Non sarà forse la naturale morfologia del territorio a definire, più sensatamente di quanto non possa fare una proiezione a “goccia d’acqua”, le aree di confine?
Suvvia, un po’ di contegno.