a Lozzo di Cadore un modellino per lo studio dell’erosione dei suoli. Una sinergia tra lavori pubblici, cultura e turismo
Da soli non danno il meglio di sé, ma quando si mettono assieme! Un po’ come la storia dell’incontro tra nitro e glicerina, sappiamo tutti come può andare a finire. E’ così che il tavolo concertante di lavori pubblici, cultura e turismo ha prodotto il modellino per lo studio dell’erosione dei suoli. Una scelta sinergica, si diceva, ecco la spiegazione.
La valenza “lavori pubblici” è sotto gli occhi di tutti. Quella culturale è riconducibile allo studio dell’erosione dei suoli. E’ iniziata, carica d’ansia, l’attesa per l’arrivo del primo acquazzone (in ladino cadorino sguergno), i cui effetti si spera di poter immortalare per studiarne poi le varie dinamiche. Con lo stesso intendimento si stanno raccogliendo un sacco di fotogrammi del modellino che, messi assieme con la tecnica della slow-motion, potrebbero portare alla realizzazione di un filmato simile a quello in seguito proposto (come esempio di risultato). Nel caso le condizioni meteo fossero “avverse”, si è già pensato di ricorrere, per la simulazione, alla vicina aga de Val, opportunamente deviata alla bisogna.
La valenza turistica è legata alla possibilità, veicolata da un efficace supporto informativo in fase di messa a punto, di prolungare la visita alla Roggia dei Mulini, mèta ormai consueta per i turisti che giungono in visita al nostro borgo. Presso quest’ultima i turisti prenderanno coscienza degli utilizzi civili dell’acqua (funzione molitoria e produzione dell’energia elettrica), mentre il modellino metterà in luce quanto possa essere devastante la forza dell’acqua quando non è controllata (è prevista a lato la posa di un pannello informativo con le foto dell’alluvione del ’66, da una vecchia idea del “Gruppo Amici dei Mulini”).
Si segnala infine che il modellino è palesemente provvisorio. Lo si capisce dalla sovrapposizione dei pannelli di contenimento (embricatura) per la quale è utilizzata la primitiva tecnica detta “a contenimento non-progressivo” migliorata già durante l’età del bronzo. Inoltre i paletti di sostegno in ferro risultano quanto mai pericolosi, sporgendo dal bordo della pannellatura; in assenza di adeguata segnaletica di cantiere, ancorché a scopo didattico, questa potrebbe essere una leggerezza che costa molto cara, se qualcuno si dovesse far male.
I “lavori pubblici” hanno già suggerito, comunque dopo la simulazione, la possibilità di ricorrere ad un getto di cemento risolutore (?).
Iceland, Eyjafjallajökull – May 1st and 2nd, 2010 from Sean Stiegemeier on Vimeo.