Lozzo, cala la popolazione e aumentano i B&B: il paradosso demosociopatico lozzese
Una parte dell’acutissima analisi del demografo di corte, apparsa nell’ultimo numero de il L’ecco di Lozzo, merita di essere ribadita. Nel suo studio matto e disperatissimo il nostro, dopo aver sciolto nodi d’importanza vitale (vedi frutaruó & becher), si lancia dunque in questa analisi spietata:
Ma la perdita maggiore si registra sul versante dell’offerta turistica. Negli anni ’60 a Lozzo operavano tre alberghi e due pensioni. Scomparsi. In più c’erano oltre cento appartamenti in affitto dei quali ne restano a disposizione una cinquantina. In compenso sono sorti tre bed & breakfast.
Del fatto che gli alberghi siano “scomparsi” prima del crollo demografico (che inizia 12 anni fa) si è già detto. Dobbiamo inoltre rilevare, ce ne dispiace, che l’analisi demosociopatica del demografo di corte non si è addentrata in quell’abisso che è la dinamica domanda-offerta. Se io chiedo un lecca-lecca gusto coca-cola e tu mi offri capperi sotto sale, difficile che la domanda venga in qualche modo intercettata.
Insomma, il nostro non si cura di chiedersi se non sia stata anche, eventualmente, per puro caso eh, la carenza di domanda (quella indirizzata verso i servizi alberghieri su suolo lozzese) a condizionarne fortemente la chiusura.
Però, nel suo vagabondare in cerca della luce, della verità, il nostro si incarta andando a cozzare contro un paradosso che, da oggi, potremmo definire del demosociopatico lozzese: l’argutissima analisi rileva infatti, contestualmente al crollo demografico (che, ricorderete, oltre alle cavallette ha portato i frutaruó a scendere da sei a due…), il sorgere di tre bed & breakfast, da cui il paradosso:
in futuro, dobbiamo forse aspettarci che un ulteriore calo della popolazione si rifletta in un ulteriore aumento dei b&b?