e il Piave mormorò: ‘Provinciazza, fottiti!’
Quell’accozzaglia di sindaci che costituiscono la Provinciazza, nominatisi e non eletti come ben sappiamo, ha approvato (6 voti a favore, 3 astenuti e un contrario) un ordine del giorno in cui auspica:
che si soprassieda ad ogni decisione sul passaggio di Sappada, che indebolirebbe ulteriormente l’intero territorio provinciale, incentivando altre richieste di esodo nelle Regioni speciali contigue
Nel 2010 il consiglio provinciale si espresse con dolore ma con favore al distacco di Sappada. La presidenta della Provinciazza ha affermato che dal 2010 “il mondo è cambiato”. Lo dice in relazione a quattro righe riportate nella legge Delrio, che in termini di autonomia non dicono letteralmente un cazzo, e alla legge regionale con cui si dovrebbe delegare a Belluno la gestione dei soldi di competenza (la specificità…).
Boooh. Mi sembra che dal 2010, se sono cambiate, le cose siano cambiate in peggissimo, certamente per quanto riguarda la nostra auspicata autonomia. Forse la presidenta, riferendosi al fatto che dal 2010 “il mondo è cambiato”, intendeva riferirsi alle nuove mutande senza cuciture che oggi vanno così tanto di moda.
Ribadisco: la popolazione di Sappada si è rivolta alla Grande Sacerdotessa del diritto, la Costituzione, chiedendo se, ovviamente a norma, poteva celebrare un referendum per bla bla. La Grande Sacerdotessa (la Consulta) ha espresso parere favorevole. Il referendum si è celebrato, consegnando alla storia un 95% di sì. Punto.
Cosa c’entra il Piave?
Roba da accartocciarsi dalle risate. Risate amare. Dunque, sappiate che se avete la sfiga si avere il Piave che nasce sul vostro territorio, siete vincolati a restare nella regione d’appartenenza, anche se la Costituzione vi lascia andare dove decidete di andare. Ma mica cambia corso, il Piave, eh, se anche Sappada passa di regione. Non era, poi, “Sacro alla Patria”. Mica cambia patria, cambierebbe solo di regione. E tu, europoide del cazzo, fa conto che sia “tutta Europa”, no?! Dalla Provinciazza, con amore (enfasi nostra):
– richiamata la storia comune e il valore unitario della comunità provinciale bellunese, che comprende anche il territorio di Sappada, in cui oltretutto nasce il Piave, fiume simbolo del Bellunese, segno di uno spartiacque naturale che non dovrebbe essere modificato artificialmente;