i pannellini della Roggia dei Mulini di Lozzo di Cadore
Da poco si è aggiunta una email a ciò che non molto tempo addietro mi segnalava anche un mio amico. Entrambi sostengono che la questione Roggia dei Mulini non può essere semplicemente ricondotta al cambio di tre pannellini sul percorso.
Me l’hanno detto in senso critico, ritenendo che il BLOZ debba interessarsi di cose più importanti. Detto fuori dai denti, loro ritengono che l’articolo sarebbe semplicemente criticoso e non porterebbe niente al miglioramento delle cose.
Risposta: è vero, ci vuol niente ad ammettere che tre pannellini non possono rappresentare il problema della Roggia dei Mulini di Lozzo di Cadore. Non ci vuole Einstein per capirlo.
Ma, mettetevi nei miei panni. Cosa potevo fare? Dovevo iniziare a parlare di problemi appena appena più complessi? Devo tener conto, per quanto possibile, che mi legge anche l’amministrazione comunale.
Con ciò, sia chiaro, non intendo dire che non siano sufficientemente dotati intellettualmente “da capire”, capiscono benissimo. La dotazione che manca è, l’ho detto più volte, la capacità di minuto mantenimento.
Ecco allora che ho ritenuto di fermarmi al primo passettino. Ma vista l’occasione illustro, in estrema sintesi, altri piccoli problemi:
- cuscinetto della ruota idraulica (prima che si rompa del tutto);
- portaz che dà acqua alla roggia (un atto vandalico lo ha deformato e bisogna sistemarlo al più presto);
- impianto di illuminazione (le amputazioni che ha subito, la manutenzione carente, uso la parola carente perché oggi è sabato, la verifica dello stato attuale con ciò che funziona e ciò che non funziona);
Mi fermo qui. Poi ci sarebbe la visione d’insieme, le scelte strategiche per lo sviluppo e la valorizzazione bla bla bla. Ma a questo ci pensa (dovrebbe pensare) il GAL.