due sindaci per un botto
Il primo sindaco, quello corrente, sul filo di lana (30 dicembre 2015: che se aspettava ancora un po’ arrivava prima il 2016), avvisa. Avvisa che, in base all’art. 43 del regolamento comunale di polizia urbana (che non viene lincato per la consapevolezza dei sudditi, come se i suddetti sudditi vivessero a pane e regolamenti comunali…), e in base all’ordinanza n. 295 del 1992 (che invece viene lincata per la consapevolezza del suddito, essendo ordinanza, suppongo), vige il divieto di accensioni petardi e così spero sia di voi.
Nell’avviso, di grazia, si fa riferimento alle coordinate spaziali: “su tutto il territorio comunale“. Il che è già un bene. Ma sulle coordinate temporali nulla si dice, e uno si deve andare a leggere il secondo sindaco, perché l’ordinanza “lincata” è quella del 1992.
Cioè la nostra comunità… se deve scaricà er pdf. Sul quale pdf il secondo sindaco ordinava:
in tutto il territorio comunale, durante il periodo delle festività natalizie e di Capodanno, è vietata l’accensione e così spero sia di voi.
Che la cosa, detta così, me potrebbe aprì ‘no spiraglio spazio-temporale di non poco conto. Che se me metto a sparà petardi e tomahawk il 2 di gennaio, probabilmente lo posso fa’, secondo ordinanza. A meno de ritené che per Capo de ano si intendano anche i giorni successivi al Capo (boh???).
In poche parole, l’opera coordinata di ben due sindaci non è in grado di risolvere, neanche formalmente (per la realtà rimando ai botti lanciati in gran copia questa notte) il problema del botto e, soprattutto, dell’innesco di possibili incendi.
Che se il problema è anche il foco e l’arsità (che conta un pochino più del botto), forse l’ordinanza andrebbe rivista da un umano, perché il foco non è meno foco il 2 di gennaio o il giorno della Befana (almeno così ci pare).